Nuovi studi al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria in collaborazione con Università straniere

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria sta vivendo una fase molto positiva, con migliaia di visitatori che ogni settimana giungono nella città sullo Stretto per ammirare i Bronzi di Riace e di Porticello, e scoprire i magnifici reperti esposti nei vari piani dell’allestimento. Tanti i turisti stranieri che, dopo i difficili anni della pandemia, tornano al Museo, durante viaggi che li portano nei meravigliosi luoghi della Calabria, tra borghi, tradizioni e paesaggi straordinari.

«Il Museo» dichiara il direttore Carmelo Malacrino «continua ad accogliere tanti visitatori. Rispetto al 2022, nei primi quattro mesi dell’anno abbiamo registrato un incremento degli ingressi superiore al 300 per cento. Oltre 4500 i biglietti staccati solo negli ultimi sei giorni a bigliettazione ordinaria, dopo il grande successo delle due giornate con ingresso gratuito volute per l’inizio di giugno dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano».

Ma il MArRC non è solo spazi espositivi. Tra uffici, laboratori e archivi, tante sono le attività svolte dal personale interno. Particolarmente attivo è il campo della ricerca scientifica, sia nell’ambito delle iniziative promosse dalla direzione e dallo staff del Museo, sia nei progetti di studio sviluppati in collaborazione con enti di ricerca e università italiane e straniere.

Tra le molte attività svolte nelle ultime settimane, due progetti hanno riguardato reperti osteologici provenienti da due diversi contesti. Il primo si riferisce a uno scheletro affetto da nanismo, rivenuto in una sepoltura bisoma nella Grotta del Romito a Papasidero (CS) ed esposto al Livello A del MArRC, nella sezione dedicata alle testimonianze del Paleolitico in Calabria. Con il coordinamento e sotto la supervisione del Funzionario archeologo Daniela Costanzo, questi reperti sono stati esaminati da due prof.sse della University of Reading (Regno Unito): l’archeologa April Nowell e l’antropologa Mary Lewis.

Il secondo riguarda le analisi dei resti ossei provenienti dalla necropoli reggina di San Giorgio Extra, condotte dagli studiosi dell’Università di Vilnius (Lituania) e di Trieste, con il coordinamento, oltre che della dott.ssa Costanzo, anche del dott. Andrea Gennaro, della Soprintendenza ABAP RC-VV. I risultati preliminari di questa ricerca sono stati presentati lo scorso 11 maggio a Lisbona (Portogallo), nell’ambito dell’International Conference on Analytical Heritage.

«Il Museo» aggiunge il direttore Malacrino «è diventato un luogo vivace di attività. Non solo un’esposizione allineata agli standard internazionali, con un allestimento che valorizzi ogni reperto, trasformandolo in protagonista di tante storie rivolte a ogni tipo di visitatore. Ma pure un luogo dinamico e inclusivo per tutta la comunità del territorio, sempre più presente con innumerevoli iniziative.

Senza tralasciare che MArRC è anche un centro di studi e restauri, nel quale la ricerca e la conservazione delle collezioni esposte o conservate nei depositi sono una continua priorità. Per noi la conoscenza è alla base della tutela e della valorizzazione. Per questo ringrazio il personale scientifico, tecnico e amministrativo impegnato per lo svolgimento di queste attività, nonché tutti gli studiosi italiani e stranieri che rivolgono la loro attenzione al nostro Museo, certamente uno dei più ricchi e importanti della Magna Grecia».

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