Made in Italy, via libera al DDL per valorizzare qualità ed eccellenze del territorio

Forse la logica è quella di ritrovare una identità perduta o solo  confusa tra le maglie di un cambiamento veloce e compulsivo imposto dall’era della globalizzazione che ha aperto l’ accesso ai mercati mondiali, minimizzando in qualche modo l’ importanza di elementi essenziali come  qualità ed eccellenza per tutelare il principio meramente economico e materiale della concorrenza. O forse perchè è  risaputo che tanto più forte è l’immagine di un Paese , tanto maggiore è il suo ruolo geopolitico  ed economico  sui mercati  internazionali, soprattutto se si riescono  a valorizzare modelli di specializzazione produttiva ed esportativa di prodotti italiani, che  mantengono  comunque standard qualitativi elevati idonei a sostenere sfide  comparative importanti.

Fatto è che Il Consiglio dei Ministri ha approvato  ieri il disegno di legge sul Made in Italy, che reca disposizioni organiche per la  valorizzazione e la  promozione delle produzioni di eccellenza, delle bellezze storico – artistiche e delle radici culturali nazionali in quanto  fattori da preservare e trasmettere per incentivare  la crescita economica del Paese. I punti essenziali  del disegno di legge in questione sono in sintesi  di seguito elencati:

– Istituzione Liceo Made in Italy
Viene istituito il  liceo del Made in Italy e il nuovo indirizzo di scuola superiore dovrà «promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti  della tradizione italiana». L’obiettivo è farlo in un percorso  nel quale gli studenti imparino «competenze storico-giuridiche, artistiche, linguistiche, economiche e di mercato volte alla promozione e alla valorizzazione dei singoli settori produttivi nazionali». Il tutto  «tenendo conto delle specifiche vocazioni dei territori». La disciplina del percorso di studio partirà entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. L’avvio del nuovo ciclo scolastico è pertanto previsto per l’anno 2024/2025.
– Istituzione Fondazione “imprese e competenze”»
Nel testo si prevede anche l’istituzione «della Fondazione “imprese e competenze”», con la quale si punta a «promuovere il raccordo tra le imprese e i lavoratori, favorendo al contempo l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro. Inoltre per favorire il passaggio intergenerazionale di competenze e di abilità  viene istituito, per le imprese private con non più di 15 unità, un Programma  apposito  da realizzare attraverso il tutoraggio di formazione  svolto da pensionati, da non oltre 2 anni, a  nuovi assunti a tempo indeterminato di età inferiore a 30 anni. Il programma avrà una durata massima di 12 mesi e la norma prevede che l’attività di tutoraggio  sia svolta senza vincolo di subordinazione e non  sia soggetta alle disposizioni sui licenziamenti.  La remunerazione corrisposta al pensionato per l’attività di tutoraggio non concorre alla formazione di reddito ai fini Irpef e non è assoggettato a contribuzione previdenziale, sino ad una soglia massima percepita di 15.000 euro l’anno.

– “Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy

Sono previste, poi, anche diverse norme per  incentivare l’imprenditoria, in particolare quella femminile e quella nelle filiere strategiche nazionali, per le quali sarà creato un apposito fondo sovrano nazionale, il “Fondo Strategico Nazionale del Made in Italy”, con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro.
– Etichettatura nazionale e agroalimentare italiano
Con la dicitura «NutrInform Battery» si intende «il sistema di etichettatura nazionale per il corretto utilizzo delle indicazioni nutrizionali dei prodotti alimentari». Nello stesso ambito rientra anche «la certificazione di qualità a favore della ristorazione italiana all’estero» che punta a limitare la contraffazione, così come rientra  il fondo «per la protezione nel mondo delle indicazioni geografiche italiane , agricole, alimentari, del vino e delle bevande». Lunga è la lista di interventi per favorire l’agroalimentare Made in Italy. Per questi prodotti, così come per tutti quelli provenienti dall’industria del nostro Paese, si propone di adottare un «contrassegno ufficiale».
– Protezione del Made in Italy
foto di GNS

Il disegno prevede una «ricognizione dei prodotti industriali e artigianali tipici, radicati in una specifica zona geografica», per questi devono essere adottati , dalle  associazioni di produttori,  regolamenti disciplinari per la valorizzazione dei prodotti». Gli spostamenti dei prodotti verranno tracciati invece «tramite l’istituzione di un catalogo nazionale con i requisiti fissati dall’European Blockchain Service Infrastructure (EBSI)». Per combattere la contraffazione – contro cui viene aumentato il valore delle sanzioni e si promuove la collaborazione con la giustizia dei Paesi stranieri – si punta a garantire la specializzazione dei magistrati formandoli sul tema. Inoltre «per velocizzare e semplificare le operazioni di distruzione della merce contraffatta sequestrata», «si  prevede la modifica di  alcuni articoli  del Codice penale e del Codice di procedura penale».

– Istituti  e luoghi culturali
Nel testo si legge anche della «possibilità prevista  per gli istituti e i luoghi della cultura di registrare il marchio che li caratterizza» oltre che della  possibilità di introdurre la definizione specifica  di «imprese culturali e creative, registrate in  un apposito albo per godere del fondo che rientra nel «Piano nazionale strategico per la promozione e lo sviluppo delle imprese culturali e creative». Inoltre, si prevedono forme di supporto per sostenere il settore fieristico.
– Istituzione giornata nazionale Made in Italy
Viene infine istituita per il giorno 15 aprile di ogni anno la “Giornata nazionale del made in Italy” al fine di celebrare la creatività e l’eccellenza italiana, presso le Istituzioni, le scuole e i luoghi di produzione  e per riconoscerne il ruolo sociale e il contributo allo sviluppo economico e culturale della Nazione e del suo patrimonio identitario.
Miriam Sgrò

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