(DIRE) Roma, 19 Mag. – Il caro affitti, denunciato da alcuni giorni dagli studenti universitari delle grandi città, non risparmia i lavoratori fuori sede: in particolare, affligge gli insegnanti della scuola pubblica e il personale ATA. A sostenerlo è la testata specializzata La Tecnica della Scuola, dopo avere chiesto ai suoi lettori, con un sondaggio, quanto arrivano a spendere al mese per l’affitto dell’appartamento, bollette comprese, dove sono costretti ad alloggiare perché destinati a distanze importante dalla propria terra.
Ebbene, per i docenti e ATA fuori sede è emersa una spesa media complessiva, per gli affitti e per le utenze, attorno ai 1.000 euro al mese. Considerando uno stipendio base di 1.300-1.400 euro netti al mese, è chiaro che la spesa mensile affrontata per affitti e bollette non è sostenibile sia per chi vive da solo, sia per chi ha una famiglia a carico.
Dal sondaggio, a cui hanno partecipato 321 utenti, di cui l’89,4% docenti, è emerso che la maggior parte – il 41,3% – spende tra i 500 e i 700 euro al mese di affitto; solo il 34,3% ha dichiarato di spendere meno, tra i 400 e i 500 euro.
Per quanto riguarda le spese extra (bollette, trasporti, ecc.), la quota maggiore di insegnanti che hanno partecipato al sondaggio, il 44,1%, ha dichiarato di spendere in media tra i 100 e i 300 euro al mese; il 40,6% addirittura tra 300 e 500 euro.
“Questo significa che alcuni prof superano complessivamente i 1.000 euro al mese di spesa: una somma che si commenta da sola, perché per le spese quotidiane utili a vivere rimane davvero poco, e giustifica le fortissime pressioni che tanti docenti e ATA fanno quotidianamente per avvicinarsi a casa- ha commentato Alessandro Giuliani, direttore della Tecnica della Scuola- Parliamo di decine di migliaia di lavoratori della scuola, di ruolo e precari, la maggior parte dei quali ‘emigrati’ dal Sud Italia in scuole del Centro-Nord. Il fenomeno non è di poco conto e merita delle risposte”. (Com/Red/ Dire) 06:10 19-05-23