«La sanità italiana sta, finalmente, ricorrendo ai ripari tra assunzioni e libera professione. Con il decreto legge numero 34, il governo Meloni ha innalzato i compensi per i medici che lavorano in emergenza urgenza da 60 a 100 euro orari, ha disposto aumenti per gli infermieri e anticipato le indennità di pronto soccorso senza attendere il 2024. Si prevedono, ancora, assunzioni anche senza specializzazione diretta e contratti libero professionali per gli specializzandi. Plaudo, ancora, all’iniziativa legislativa dei colleghi senatori Silvestroni e Zullo, ai quali non farò mancare il mio sostegno. Il disegno di legge apre la strada all’esercizio dell’attività, anche intramoenia, in forma libera e associata. Il testo include tutti gli operatori sanitari, compresi professionisti sanitari quali ostetriche, professionisti della riabilitazione, della prevenzione e tecnici.
Lo scopo è riportare l’ambito specialistico ospedaliero nei bisogni dei cittadini. Sostanzialmente, gli operatori sanitari dipendenti del sistema sanitario nazionale potranno esercitare la libera professione anche “intramuraria”, all’interno degli ospedali, come accade già per i medici, con visite specialistiche fuori dall’orario di lavoro. Nella ratio del disegno di legge, inoltre, l’attività libera intramoenia per tutti i professionisti sanitari consentirà di abbattere il sommerso, “sempre più rilevante e crescente nel mercato delle prestazioni sanitarie e risponderà soprattutto alle attese e alle domande di salute dei cittadini. Attualmente – spiegano i proponenti – si registra l’assenza di norme che consentano al personale delle professioni sanitarie, come accade per i medici, di svolgere attività libero-professionali a latere del loro rapporto di lavoro in qualità di dipendenti della pubblica amministrazione. Questa condizione ha dato vita ad un mercato di prestazioni sanitarie per buona parte sommerso, destinato a crescere sempre più a causa delle cronicità in costante aumento, della domanda che proviene dalle famiglie con una persona non autosufficiente a carico (sono 920 mila) e a causa dei 2,5 milioni di famiglie con minori (delle quali, 720.000 con bambini da 0 a 3 anni). Una vasta platea di utenti che si avvale, in primis, degli infermieri, ma anche di altri professionisti sanitari non medici, per effettuare prelievi, iniezioni, misurazione e registrazione dei parametri vitali, medicazioni, bendaggi, flebo, infusioni, perfusioni e assistenza notturna”.
Da oltre dieci anni, periodo pandemico a parte, il definanziamento del sistema sanitario nazionale ha impoverito il concetto di salute pubblica. La visione nuova del Governo Meloni invertirà la rotta». È quanto dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani.
Comunicato Stampa