Abodi: riformare giustizia sportiva, precarietà non aiuta

“Si stanno trasformando processi in una partita di calcio”

(DIRE) Roma, 21 Apr. – “Non voglio entrare nel merito delle sentenze, ma nel metodo perché questa precarietà non aiuta. Farò la mia parte, nel ruolo che mi è stato affidato e di concerto con altri colleghi di Governo, per una riforma della giustizia sportiva che garantisca a tutti i portatori di interesse – atleti, dirigenti, tecnici, tifosi, media e opinione pubblica – di comprendere le decisioni che vengono prese e di fare in modo che il processo sia non solo più snello, tempestivo e trasparente possibile, ma si svolga nei tempi e nei modi affinché non venga compromessa la credibilità e la regolarità della competizione sportiva nella sua interezza”.

Così in una nota il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in merito alla sentenza del Collegio di Garanzia presso il Coni sul ricorso della Juventus contro la penalizzazione di 15 punti in merito alla vicenda plusvalenze.

“È evidente che abbiamo bisogno della certezza del diritto, chi sbaglia deve pagare, ma il modo con il quale si accerta la responsabilità e si arriva alla decisione finale deve tenere conto degli interessi generali e della comprensibilità delle decisioni della quale l’opinione pubblica ha diritto. Senza trasformare la giustizia in una partita di calcio, come purtroppo è successo nel 2006 e sta succedendo anche adesso”, aggiunge il ministro.

“Come detto, affronterò questi temi confrontandomi con tutte le componenti politiche e tecniche, nel rispetto dell’autonomia, che è relativa e non assoluta. Mi interessa l’obiettivo: una giustizia giusta, che sia certa in coerenza con i principi dell’ordinamento giuridico-sportivo e rispettosa dei tempi dello sport, che sia intellegibile anche per i non addetti ai lavori, nella più assoluta indipendenza, quindi anche nella responsabilizzazione di tutti gli attori in campo”, conclude il ministro. (Com/Red/ Dire) 16:03 21-04-23

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