Clima. COPERNICUS: in 2022 estate più calda Europa, ondate calore e siccità

ESOTC: Alpi Italiane tra aree più colpite da scioglimento ghiacciai

foto di GNS

(DIRE) Roma, 20 Apr. – Il clima europeo nel 2022 è stato segnato da un caldo estremo senza precedenti e da una siccità diffusa. L’Europa ha vissuto il suo secondo anno più caldo mai registrato ma ha anche vissuto la sua estate più calda mai registrata. Gran parte del continente ha subito ondate di calore intense e prolungate con l’Europa meridionale che ha sperimentato il più alto numero di giorni di “stress termico intenso” mai registrati. Le scarse precipitazioni e le alte temperature hanno portato a una diffusa siccità mentre nelle Alpi europee si è registrata una riduzione record di ghiaccio dai ghiacciai. Una delle aree più colpite è stata quella delle Alpi italiane, che ha registrato una scarsità di nevicate che ha ampiamente raggiunto il 60% al di sotto della media, localmente fino al 75%.

Questo grave deficit ha avuto ulteriori ripercussioni a causa della riduzione dell’acqua di scioglimento delle nevi, contribuendo alla siccità e alla perdita record di ghiaccio dei ghiacciai durante l’anno. Allo stesso tempo, le emissioni di carbonio causate dagli incendi boschivi estivi sono state le più alte degli ultimi 15 anni, con alcuni Paesi che hanno registrato le emissioni più elevate degli ultimi 20 anni. In tutto ciò nel 2022 l’Europa ha registrato un numero record di ore di sole, la più alta radiazione solare superficiale degli ultimi 40 anni, con una conseguente produzione potenziale di energia solare fotovoltaica superiore alla media nella maggior parte dell’Europa. La produzione potenziale di energia dall’eolico, invece, è stata inferiore alla media nella maggior parte dell’Europa, soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Questo il punto del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S) che oggi pubblica il suo rapporto annuale sullo Stato Europeo del Clima (ESOTC), dove sono elencati nel dettaglio gli eventi climatici significativi del 2022 in Europa e nel mondo.

Le analisi basate sui dati mostrano un aumento delle temperature e un’intensificazione degli eventi estremi e oltre a fornire una panoramica del clima del 2022 in un contesto a lungo termine. L’aumento della temperatura è un importante indicatore climatico che evidenzia il processo di cambiamento climatico che sta colpendo l’Europa. I dati mostrano che la media europea per l’ultimo periodo di 5 anni è stata di circa 2.2 gradi al di sopra dell’era preindustriale (periodo compreso tra il 1850 e il 1900). Il 2022 è stato inoltre, il secondo anno più caldo mai registrato, con un aumento di 0.9 gradi rispetto alla media recente (utilizzando il periodo di riferimento compreso tra il 1991 e il 2020). La scorsa estate è stata la più calda mai registrata in Europa, con un aumento di 1.4 gradi rispetto alla media recente, segnala Copernicus. Il caldo estremo registrato nella fase finale della primavera e durante l’estate, “ha creato condizioni di pericolo per la salute umana”, avverte ESOTC 2022.

A causa delle ondate di caldo estremo durante il periodo estivo, l’Europa meridionale ha registrato un numero record di giorni con uno “stress termico intenso”. L’Europa sta generalmente registrando una tendenza all’aumento del numero di giorni estivi con “stress termico forte” o “molto forte”, e si osserva la stessa tendenza nell’Europa meridionale per lo “stress termico estremo”. Nel continente, allo stesso tempo, si registra anche una tendenza alla diminuzione del numero di giorni con “assenza di stress da caldo”. Uno degli eventi più significativi che ha caratterizzato l’Europa nel 2022 è stata la siccità diffusa. Durante l’inverno 2021-2022, segnala Copernicus, gran parte dell’Europa ha registrato un numero di giorni di neve inferiore alla media, con molte aree che hanno registrato fino a 30 giorni in meno. In primavera, le precipitazioni sono state inferiori alla media in gran parte del continente, con il mese di maggio che ha raggiunto il valore più basso mai registrato.

foto di GNS

La mancanza di neve invernale e le alte temperature estive hanno provocato una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, equivalente a una perdita di oltre 5 km3 di ghiaccio, ricorda ESOTC. Le scarse precipitazioni, che si sono protratte per tutta l’estate, insieme alle eccezionali ondate di calore, hanno causato anche una siccità diffusa e prolungata che ha colpito diversi settori, come l’agricoltura, il trasporto fluviale e l’energia. Il tasso annuo di umidità del suolo è stato il secondo più basso degli ultimi 50 anni, con solo alcune aree che hanno registrato condizioni di umidità del suolo superiori alla media. Inoltre, la portata dei fiumi in Europa è stata la seconda più bassa mai registrata, segnando il sesto anno consecutivo con flussi inferiori alla media. In termini di superficie interessata, il 2022 è stato l’anno più secco mai registrato, con il 63% dei fiumi europei che hanno registrato flussi inferiori alla media.

Nel complesso, in Europa, per la maggior parte dell’anno, si sono registrate condizioni di rischio di incendi superiori alla media. Gli scienziati del Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS), che monitorano gli incendi boschivi in tutto il mondo, hanno rilevato un aumento significativo delle emissioni di carbonio da incendi boschivi in alcune regioni europee durante l’estate 2022, a seguito delle condizioni di caldo e siccità. Le emissioni totali stimate nei Paesi dell’UE per l’estate 2022 sono state le più alte dal 2007. Anche in Francia, Spagna, Germania e Slovenia si è registrato il più alto tasso di emissioni da incendi estivi degli ultimi 20 anni, con l’Europa sud-occidentale che ha visto alcuni dei più grandi incendi mai registrati in Europa. Ma se le cose vanno male per l’Europa vanno peggio per l’Artico. La regione artica sta subendo drastici cambiamenti climatici.

Le temperature nell’Artico sono aumentate molto più rapidamente rispetto a quelle della maggior parte del resto del globo. In generale, il 2022 è stato il sesto anno più caldo mai registrato per l’Artico e il quarto anno più caldo per le aree terrestri artiche. Una delle regioni artiche più colpite nel 2022 sono state le Svalbard, che hanno vissuto l’estate più calda mai registrata, con alcune aree che hanno registrato temperature superiori di oltre 2.5 gradi rispetto alla media. Nel corso del 2022, la Groenlandia ha vissuto anche condizioni climatiche estreme, tra cui caldo e precipitazioni eccezionali nel mese di settembre, un periodo dell’anno in cui la neve è più tipica. Le temperature medie del mese sono state fino a 8 gradi superiori alla media (le più alte mai registrate) e l’isola è stata colpita da tre diverse ondate di calore.

Questa combinazione ha provocato uno scioglimento record della calotta polare, che ha interessato almeno il 23% della calotta polare al culmine della prima ondata di calore. Il rapporto ESOTC 2022 ha esaminato anche alcuni aspetti legati alla possibilità di generare energia rinnovabile in Europa. Nel 2022, l’Europa ha ricevuto la quantità più elevata di radiazione solare superficiale degli ultimi 40 anni. Di conseguenza, la produzione potenziale di energia solare fotovoltaica è stata superiore alla media nella maggior parte del continente.

“Da notare come la quantità più alta di radiazione solare superficiale del 2022 sia in linea con la marcata tendenza positiva osservata negli stessi 40 anni”, segnala Copernicus. Nel frattempo, la velocità media annuale del vento sulla terraferma in Europa nel 2022 è stata sostanzialmente uguale alla sua media trentennale. E’ stata inferiore alla media nella maggior parte dell’Europa occidentale, centrale e nordorientale, ma superiore alla media nell’Europa orientale e sudorientale, rileva ESOTC.

Ciò significa che la generazione potenziale di energia dall’eolico era inferiore alla media nella maggior parte dell’Europa, soprattutto nelle regioni centro-meridionali. Quando si parla di risorse energetiche rinnovabili in Europa e del loro rapporto con il clima, “è importante comprendere le condizioni e le tendenze della produzione energetica e come il clima influisce sulla domanda di energia”, segnala Copernicus. Nel 2022, la domanda di elettricità è stata inferiore alla media nella maggior parte delle zone, grazie alle temperature più elevate della media nei mesi non estivi, che hanno ridotto la necessità di ricorrere al riscaldamento.

“Tuttavia, la domanda è stata superiore alla media nell’Europa meridionale a causa del caldo estremo durante l’estate, che ha aumentato la richiesta di sistemi di aria condizionata”, precisa Copernicus. “L’ultimo rapporto di sintesi dell’IPCC segnala che il tempo sta per scadere e che il riscaldamento globale ha portato a eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, come nel caso dell’Europa”, dice Mauro Facchini, capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea.

foto di GNS

“Solo informazioni e dati accurati sullo stato attuale del clima possono aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e il rapporto sullo Stato europeo del clima è uno strumento essenziale per sostenere l’Unione europea nel suo programma di adattamento al clima e nell’impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”, aggiunge Facchini. “Il rapporto evidenzia i preoccupanti cambiamenti del nostro clima, tra cui l’estate più calda mai registrata in Europa, segnata da ondate di calore marino senza precedenti nel Mar Mediterraneo e da temperature da record in Groenlandia”, commenta Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S), “comprendere le dinamiche climatiche in Europa è fondamentale per i nostri sforzi di adattamento e mitigazione degli impatti negativi dei cambiamenti climatici sul continente”.

In tutto ciò “la riduzione delle emissioni di gas serra è un imperativo per mitigare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico. Comprendere e rispondere ai cambiamenti e alla variabilità delle risorse energetiche rinnovabili, come l’eolica e la solare, è fondamentale per sostenere la transizione energetica verso il NetZero. Dati accurati e tempestivi migliorano la redditività di questa transizione energetica”, conclude Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. (Ran/Dire) 08:00 20-04-23

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano

Il Quotidiano d’Approfondimento on line Il Metropolitano.it nato nell’Ottobre del 2010 a Reggio Calabria, città in cui ha la propria sede, dal progetto di un gruppo di amici che vogliono creare una nuova realtà di informazione