EPOS lancia il Portale europeo per l’accesso aperto e integrato a dati scientifici multidisciplinari per le le scienze della Terra solida

È tutto pronto per la presentazione all’Assemblea Generale EGU del Data Portal di EPOS, la piattaforma che consentirà a scienziati, studenti e stakeholders di accedere a dati e prodotti scientifici multidisciplinari necessari per comprendere la dinamica del pianeta Terra

Dopo oltre 20 anni di ricerca e innovazione, il prossimo 25 aprile l’infrastruttura di ricerca europea EPOS (European Plate Observing System) presenterà ufficialmente il suo Data Portal alla comunità scientifica che si riunirà a Vienna per l’Assemblea Generale annuale dell’European Geosciences Union (EGU).

Nato nel 2007 con l’obiettivo di sviluppare un piano di integrazione a lungo termine per la condivisione di dati e prodotti scientifici, negli anni EPOS ha integrato in un’unica infrastruttura distribuita circa 150 infrastrutture di ricerca nazionali da 25 Paesi europei. Nel 2018, EPOS ha ottenuto dalla Commissione Europea lo status giuridico di ERIC (European Research Infrastructure Consortium), ovvero di Consorzio Europeo di Infrastrutture di Ricerca ‘EPOS ERIC’.

“La visione di EPOS è, da sempre, promuovere l’accesso aperto e facilitare l’utilizzo integrato di dati multidisciplinari per favorire ricerca e innovazione; è stato questo il faro che ci ha guidati nella realizzazione del Data Portal che presenteremo il 25 Aprile a Vienna”, spiega Lilli Freda, Direttore Esecutivo di EPOS ERIC.

“Il Data Portal favorirà, attraverso l’accesso ad una mole di dati, prodotti e servizi senza precedenti per gli utenti (comunità scientifica, istituzioni, decisori politici), il progresso della ricerca e la comprensione dei processi fisici e chimici che governano i fenomeni naturali del sistema Terra come i terremoti, le eruzioni vulcaniche, i maremoti. EPOS è, ad oggi, il primo e unico esempio di ‘infrastruttura di ricerca’ per lo studio della Terra solida”, prosegue Freda, “e aiuterà non solo i ricercatori di oggi e di domani, ma anche i governi nazionali nel loro sempre più delicato compito di individuare strumenti per la mitigazione dei rischi naturali a beneficio dell’intera società, promuovendo contestualmente investimenti in ricerca e innovazione”.

Il Data Portal di EPOS è il frutto di un lavoro corale. Nell’ultimo ventennio un team internazionale di circa 600 esperti ha lavorato in sinergia all’integrazione e armonizzazione di oltre 60 tipi di dati provenienti dalle diverse discipline che compongono le scienze della Terra solida.

I partecipanti all’Assemblea Generale della European Geosciences Union (EGU) potranno constatare i risultati di questo impegno visitando lo stand di EPOS, utilizzando il Data Portal e assistendo alla presentazione di casi di studio sviluppati da giovani ricercatori.

EPOS in pillole

L’architettura di EPOS si basa su quattro elementi principali.

Ø  Infrastrutture di Ricerca Nazionali: sono le fondamenta dell’architettura di EPOS, dove i dati scientifici integrati in EPOS vengono generati.

Ø  Servizi Tematici (TCS – Thematic Core Services): rappresentano il livello di governance delle diverse comunità scientifiche (Seismology, Near-Fault Observatories, Volcano Observations, Satellite Data, Geomagnetic Observations, Anthropogenic Hazards, Geological Information and Modeling, Multi-Scale Laboratories, Tsunami), dove i dati prodotti dalle infrastrutture nazionali vengono standardizzati per garantirne l’accesso integrato.

Ø  Servizi Integrati (ICS – Integrated Core Services): la nuova e-infrastruttura sviluppata da EPOS per l’accesso ai dati, ai prodotti e ai servizi integrati, attraverso il Data Portal.

Ø  Consorzio Europeo di Infrastrutture di Ricerca EPOS ERIC: è il soggetto legale nato nel 2018 per coordinare l’intera infrastruttura di ricerca europea. Ha sede a Roma, presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), e coinvolge attualmente diciassette Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Grecia, Islanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Svezia e Regno Unito; Germania e Svizzera partecipano come osservatori.

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