Clima. L’Eurocamera riforma le quote delle emissioni nocive

(DIRE) Strasburgo, 18 Apr. – Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo alla riforma del sistema delle emissioni nocive, il Fondo sociale per il clima e la carbon tax, tre pilastri del pacchetto strategico varato dalla Commissione europea a luglio 2021 che include misure per il contrasto e adattamento al cambiamento climatico con l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra almeno del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

La riforma del sistema di scambio di quote di emissioni nocive dell’Unione europea (Ets) è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astenuti. L’aggiornamento della direttiva del 2003 prevede che le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 62% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005 e dà l’attuazione a una graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034.

Creato un nuovo sistema separato, detto Ets II, per i carburanti utilizzati per il trasporto su strada e per gli edifici. Accolte con 500 voti favorevoli, 131 contrari e 11 astensioni l’introduzione di un sistema per lo scambio di emissioni prodotte nel settore marittimo e con 463 voti favorevoli, 117 contrari e 64 astensioni la revisione dell’Ets per l’aviazione.

Luce verde grazie a 521 voti favorevoli, 75 contrari e 43 astensioni anche al testo finale concordato con il Consiglio UE che istituisce un Fondo sociale per il clima (Scf) a livello europeo dal 2026. Lo strumento garantirà una transizione climatica equa e inclusiva. Quando sarà pienamente operativo, l’Scf sarà finanziato dalla vendita all’asta di quote Ets II fino a un importo di 65 miliardi di euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali.

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell’Unione Europea (Cbam), è stato accolto con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni. La cosiddetta carbon tax mira a garantire che gli sforzi per il clima non siano compromessi dalla delocalizzazione della produzione dall’Unione europea verso Paesi “con politiche meno ambiziose”.

Il nuovo meccanismo sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034 e imporrà alle aziende importatrici nell’Ue di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera durante la loro importazione e si baserà sui livelli di ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno, e altre emissioni indirette in determinate condizioni. Per ogni tonnellata di inquinamento da CO2 rilasciata da combustibili fossili sarà applicata un’aliquota fissa. (Pis/ Dire) 18:08 18-04-23

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