L’installazione Madre Natura di Massimo Caiazzo diventa una «scenografia dinamica» e per tre giorni ospita incontri con diversi autori sulla fragilità del nostro tempo
Viviamo in un’epoca in cui rapidità, mutevolezza e impalpabilità sono divenuti tratti caratterizzanti tanto delle dinamiche proprie dei mercati, quanto, purtroppo, di quelle relazionali e sociali e recentemente anche di quelle determinate da eventi straordinari come l’emergenza ambientale, le pandemie, le migrazioni e le guerre.
La risposta alla relazione che ogni persona ha con il mondo in cui vive genera comportamenti diversi: si può essere duttili oppure restare bloccati. Mentre se si resta rigidi non c’è relazione ma stasi, la scienza dimostra che nell’elasticità è richiesto un movimento secondo cui, in seguito a una sollecitazione, se si è plastici ci si deforma, ma non ci si rompe. La sensazione di fragilità, individuale e collettiva non può essere vissuta solo come una mancanza, ma va sentita come un’occasione di cambiamento agendo con sincera determinazione e fiducia nella relazione vitale.
Installazione dedicata a Madre Natura
Una figura femminile in contemplazione per celebrare la vita, la sua forza e la sua fragilità attraverso la bellezza di tutti i colori del mondo. Un’interpretazione di Madre Natura contemporanea e sostenibile, un simbolo di delicatezza che con generosità accoglie tutti gli esseri.
L’installazione di Massimo Caiazzo è realizzata in stampa 3D dal team di CANDYSLAB in filo PLA acido polilattico, un materiale ecosostenibile derivato da amido di mais eco-compostabile è alta 2,10 metri e larga 4. Completano l’installazione le riproduzioni di sei diagrammi originali provenienti dall’Archivio Alessandro Mendini. Una straordinaria testimonianza dell’indimenticabile maestro Alessandro Mendini che racconta la nostra fragilità con poesia.