Ancora una volta siamo insieme a Vincenza Fontana addestratore cinofilo ENCI, questa volta le abbiamo posto delle domande di carattere etologico sempre con l’obiettivo di conoscere meglio il cane che ci sta a fianco.
Come vivere sereni col proprio cane?
La chiave per vivere sereni col proprio cane non mi stancherò mai di dirlo, ripeterlo e sottolinearlo è innanzitutto fare una scelta consapevole del cane che stiamo valutando ed avere rispetto e comprensione. Fare una scelta consapevole significa sapere che tipo di cane stiamo scegliendo, farsi un esame di coscienza se sia il cane adatto a noi e se noi siamo adatti a lui, documentarsi il più possibile su quali siano i suoi bisogni etologici, sia che si tratti di un cane di una razza che se si tratta di un meticcio si deve cercare di comprendere quali siano i suoi bisogni al fine di essere più o meno preparati.
Rispettare un cane significa comprendere di avere a che fare con una specie diversa dalla nostra, con bisogni diversi dai nostri, con desideri diversi dai nostri, con un linguaggio diverso dal nostro, con modi di fare e abitudini diverse dalle nostre. I cani non sono bambini, non sono angeli o altro, i cani sono cani, e sono fantastici proprio in quanto tali.
Trattare un cane in modo diverso da come dovrebbe essere trattato, secondo cioè il rispetto del suo etogramma, può essere identificato come un maltrattamento vero e proprio. Ma cos’è l’etogramma? È l’insieme dei comportamenti di una specie, cioè sono tutti i comportamenti che quella specie emette normalmente e per quella specie sono normali, e che per un’altra specie invece sarebbero anormali. Un esempio di comportamento di specie tra cani è annusarsi il posteriore per conoscersi meglio, tra cani è normale, anzi normalissimo, ma questo stesso comportamento tra umani sarebbe alquanto bizzarro…
Quali sono i bisogni etologici del cane? E quanto è importante rispettarli?
Innanzitutto diciamo che cosa sono i bisogni etologici. i bisogni etologici sono l’insieme delle normali necessità che ha una specie. Rispettare i bisogni etologici significa innanzitutto conoscere queste necessità, perché se non le conosciamo non possiamo rispettarle, e poi permettere che queste che queste necessità possano essere soddisfatte, e parlando di cani ci tengo ancora una volta a ricordare che si tratta di una specie diversa dalla nostra, che quindi ha bisogni diversi dai nostri. I bisogni etologici del cane sono sia fisici o fisiologici che mentali o sociali.
I bisogni fisici o fisiologici del cane sono i requisiti minimi che abbiamo il dovere di soddisfare, come la possibilità di nutrirsi bene e correttamente, ne troppo ne troppo poco o inadeguatamente, la possibilità di fare esercizio fisico in maniera adeguata secondo le sue necessità, la possibilità di poter riposare serenamente in un luogo adatto e tranquillo, la possibilità di ricevere le cure mediche veterinarie necessarie per potersi mantenere in salute e non essere sofferente. Poi abbiamo i bisogni mentali o sociali del cane che sono tanto importanti da soddisfare quanto quelli fisiologici perché questi curano l’aspetto della salute mentale del cane.
Per curare questi bisogni dobbiamo cercare di fornirgli una guida corretta ,coerente, consapevole, adatta al soggetto, offrirgli affetto, attenzioni ed educazione in maniera proporzionata, offrire partecipazione ad un gruppo sociale (sia umano che di conspecifici se possibile), la capacità di fargli acquisire autostima, realizzare le sue vocazioni, scoprire e valorizzare un suo talento, Il mancato soddisfacimento di questi bisogni porterebbe ad un deterioramento del rapporto di fiducia cane-umano con la conseguente nascita di conflitti e problemi tra le mura di casa. Tra “avere un cane” e “vivere con un cane” c’è una grande differenza.
I cani di piccola taglia hanno gli stessi bisogni dei cani grandi?
I cani di piccola taglia hanno gli stessi identici diritti e bisogni dei cani di taglia grande. Essere piccoli (o “bassi” se vogliamo fare un paragone in umano) non significa essere meno cani, o meno meritevoli di rispetto o meno meritevoli di cure, attenzioni e di impegno da parte del proprietario. Spesso i cani di piccola taglia sono considerati “pazzi, isterici, insopportabili” ma questo è dovuto spesso al fatto che fanno il doppio della fatica a farsi rispettare dal prossimo, e parlo di prossimo umano, non cane.
Perché se un bel cagnone di 30-40kg ci ringhia magari ci pensiamo due volte prima di continuare ad allungare la mano nel tentativo di accarezzarlo, invece se ci ringhia un piccolo batuffolo di pelo di poco più di 2kg non ci spaventa affatto anzi ci diverte e continuiamo imperterriti nella molestia. Perché di molestia si parla. Cioè non è che siccome un cane è cane in quanto tale deve essere per forza sopportare di essere toccato da tutti, baciato da tutti, avvicinato da tutti, preso in braccio da tutti… e quanta pazienza deve avere un povero cane? Solo perché è “bassino”?
Poi alla fine il cane si ribella e morde o comincia ad abbaiare a tutti quelli che lo avvicinano, disperato per la totale mancanza di rispetto nei suoi confronti e della poca attenzione, protezione e comprensione del proprietario a cui ha chiesto magari aiuto milioni di volte e questo, non comprendendo il suo linguaggio, non l’ha aiutato, e allora inizia a difendersi da solo ed ecco che viene additato come furioso pazzo rabbioso. Per questo ripeto sempre e continuamente che il rispetto e la comprensione sono gli ingredienti fondamentali per poter vivere sereni con proprio cane. I cani hanno il diritto di manifestare il loro dissenso e noi abbiamo il dovere di comprenderlo e rispettarlo.
Poi ci si dovrà porre delle domande riguardo i comportamenti che non si comprendono e si dovrà intervenire nel modificare la situazione che mette in difficoltà noi e il nostro cane.
Come i comportamenti dei proprietari influenzano il proprio cane?
Diciamo che tra genetica e gestione abbiamo un 60% e 40% delle responsabilità della costruzione del carattere del cane. Quindi se il 60% del carattere e del comportamento del cane sono ereditari e quindi trasmessi geneticamente, l’altro 40% è “costruito” dall’educazione ricevuta dai proprietari. Il periodo più importante in assoluto nella vita del cane sono i primi 6/7 mesi di vita.
Un cucciolo separato prima dei due mesi dalla mamma si trascinerà per il resto della sua vita delle lacune educative incolmabili. Se invece il cagnolino ha avuto modo di stare con i genitori fino a due mesi ci si deve augurare che i genitori fossero normocomportamentali, cioè delle buone guide educative con dei caratteri adatti a diventare genitori, senza particolari problemi sia fisici che mentali, perché la genetica non trasmette solo caratteristiche estetiche ma anche comportamentali, dunque anche la madre doveva essere adatta a fare la madre, perché non tutte le cagnoline sono adatte o pronte ad essere madri.
I primi mesi di vita sono le fondamenta su cui si baserà tutto il carattere futuro del cane e la sua capacità di vivere una vita in maniera serena. Una volta che il cucciolo lascia la casa dei genitori e arriva nella sua nuova casa sarà responsabilità e dovere della sua nuova famiglia prendersi cura del cucciolo e sarà loro dovere comprendere e rispettare i suoi bisogni.
Fabrizio Pace