(DIRE) Roma, 2 Mar. – Garantire a tutti i minori il diritto alle cure pediatriche sino a 18 anni sia sul territorio sia in ospedale, senza differenze legate alla Regione in cui si nasce e si vive, come già avviene in altri Paesi europei come Francia, Gran Bretagna, Olanda, Polonia e Svezia. È la prima richiesta che arriva dagli Stati generali della Pediatria, convocati oggi al ministero della Salute dalla Società italiana di pediatria per fare il punto sulle criticità dell’assistenza pediatrica. Sebbene per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e per la legge italiana (legge n.176 del 1991) l’infanzia includa ogni persona sotto i 18 anni, il diritto alle cure pediatriche nel nostro Paese si ferma “innaturalmente” a 14 anni, proprio in quella fase in cui l’adolescente è nel pieno delle modificazioni puberali e delle sue dinamiche evolutive.
Dopo questa età, infatti, i bambini non possono più essere seguiti dal pediatra di libera scelta, ma finiscono in carico al medico dell’adulto (con l’eccezione per i bambini con patologie croniche che restano in carico ai pediatri sino a 16 anni). Più complicata è la situazione per quanto riguarda l’assistenza ospedaliera. Non esiste una legge nazionale che definisca sino a quale età gli adolescenti abbiano diritto a essere curati nei reparti pediatrici, la situazione è diversa da Regione a Regione e persino all’interno della stessa Regione.
Con la conseguenza che oltre il 25% dei bambini tra 0-17 anni viene ricoverato in reparti per adulti e circa l’85% dei degenti tra 15 e 17 anni è gestito in condizioni di promiscuità con pazienti adulti e anziani e da personale non specializzato nell’assistenza ai soggetti in età evolutiva. Una situazione che riguarda in maniera particolare le terapie intensive. Quelle pediatriche sono poche e mal distribuite: appena 26 in tutta Italia, con solo 202 posti letto e una media di 3 posti letto per 1 milione di abitanti contro gli 8 in Europa.
Così moltissimi pazienti in età pediatrica vengono ricoverati nelle terapie intensive degli adulti e quindi, seguiti da personale con scarsa esperienza specifica sull’età evolutiva. Eppure, la letteratura scientifica ha attestato che la specifica esperienza in assistenza pediatrica è determinante per ottenere i migliori risultati possibili.
“Tutto questo non è accettabile. Come pediatri difendiamo la specificità pediatrica, ossia il diritto di bambini e adolescenti a poter essere curati in ambienti a loro dedicati e da personale specificatamente formato per l’età evolutiva- afferma la presidente della Sip Annamaria Staiano- E’ ben noto che un ambiente e un’assistenza a misura di bambino rappresentino una parte integrante del percorso di cura.
Questa situazione finisce per penalizzare i ragazzi, disorientare le famiglie e creare ingiuste discriminazioni legate alla regione in cui si vive”. “Il legislatore intervenga- aggiunge Giovanni Corsello, professore ordinario di Pediatria, Università di Palermo- Chiediamo di garantire nei Livelli essenziali delle prestazioni assistenza (Lep) l’innalzamento dell’età pediatrica a 18 anni, in ospedale sul territorio, per gestire al meglio la transizione verso l’età adulta; l’adolescente è spesso orfano dal punto di vista assistenziale e delle sue risposte ai bisogni di salute”.
Regione che vai, ricovero che trovi. Attualmente troppe sono le differenze su base regionale: se in Sicilia, Sardegna, Molise, dopo i 14 anni gli adolescenti in linea di massima finiscono nei reparti degli adulti, in Lombardia e Trentino-Alto Adige ciò avviene dopo i 15 anni; in Toscana dopo i 16; in Basilicata si è accolti nei reparti pediatrici sino a 17 anni, in Abruzzo e Veneto sino a 18. Nelle altre regioni l’età varia tra 14, 16, 18 anni a seconda degli ospedali.
Così in Campania il limite è 14 anni, con l’eccezione di Benevento dove è 18 anni; in Liguria dopo 16 anni si va nei reparti per adulti, ma a Savona ciò avviene già dopo i 15. Unica eccezione in questo panorama variegato sono gli adolescenti con patologie croniche, che in linea di massima hanno diritto alle cure ospedaliere pediatriche sino alla maggiore età. (Com/Mab / Dire) 16:39 02-03-23