Il Van Gogh Cafè di Andrea Ortis incanta il pubblico al Teatro Rendano di Cosenza

foto di Manuela Faccì

Ha conquistato oltre 3000 spettatori la tappa calabrese dell’opera musicale Van Gogh Cafè, di Andrea Ortis, al Teatro Rendano di Cosenza. L’unica tappa, non solo calabrese ma di tutto il Sud, è andata in sold out in tutti e quattro gli spettacoli in programma, sia le due matinée dedicate alle scuole che quelli serali, con entusiastici applausi e lunghe standing ovation finali.

Portato in scena per celebrare l’anniversario dei 170 anni dalla nascita del pittore, Van Gogh Cafè apre la 37° edizione di Fatti di Musica, il Festival-Premio del Live d’Autore diretto e organizzato dal promoter Ruggero Pegna. La pièce teatrale si aggiudica il Premio del Festival come “Migliore Produzione dell’Anno” consegnato a Lara Carissimi, produttrice di Van Gogh Cafè per la Mic International Company, da Rosaria Succurro, Presidente della Provincia di Cosenza, insieme all’Arcivescovo metropolita di Cosenza-Bisignano Giovanni Checchinato, presente alla prima insieme a tutte le massime autorità locali, dal Prefetto Vittoria Ciaramella, al questore Michele Maria Spina. L’opera era inserita anche nell’altro progetto di Pegna, “Opere d’Arte”, che propone ogni anno grandi spettacoli legati alla Letteratura o a personaggi storici.

Un ringraziamento speciale a Ruggero Pegna che, ancora una volta, ha proposto e fortemente voluto in Calabria un evento di altissimo spessore artistico e culturale. Un’opera imponente e affascinante, forse, come lui stesso ha commentato al termine: “uno degli spettacoli più belli di sempre”.

“Non c’è blu senza giallo e senza arancione, e se si aggiunge del blu, bisogna aggiungere anche del giallo e dell’arancione” (Vincent Van Gogh)

“L’arte è di tutti” perché non è solo di chi la crea ma anche di chiunque ci vede qualcuno o qualcosa dentro e per questo la fa sua. E questa verità Van Gogh Cafè, la pièce teatrale di Andrea Ortis autore e regista dell’opera, la urla dal palco al pubblico in sala con tutta la potenza dei colori dei dipinti.

Primo fra tutti la “Madonna con il Bambino e Sant’Anna” di Leonardo da Vinci. Un quadro, di certo non scelto a caso da Ortis, in cui Leonardo ha voluto rappresentare i legami fra i tre sacri personaggi che in questa scena, fatta di affetto e tenerezza, li rendono molto umani e quindi vicini ad ognuno di noi.

Ed è l’umanità, argomento cardine insieme all’arte, a muovere le fila della pièce attraverso le emozioni ed i colori di Vincent Van Gogh.

foto di Manuela Faccì

La storia che si svolge all’interno di un Café Chantant nella Parigi di metà Ottocento, coinvolge Madame Odile – interpretata da una splendida Floriana Monici – un’attraente e astuta cantante che gestisce Van Gogh Café; Luc – interpretato da un perfetto Giulio Maroncelli – il cameriere complice delle ballerine e dei musicisti che abitano il Cafè; Mademoiselle Aline – interpretata da un’incantevole Chiara di Loreto – una delle ballerine che dimostrando le sue doti canore diventa un affronto per Odile; e Monsieur Louis Philippe – interpretato da un grandioso Andrea Ortis – un antiquario venuto in possesso di un libro che racchiude la corrispondenza di Vincent Van Gogh con il fratello Theo.

La vita di Vincent, raccontata attraverso le lettere all’amato fratello, le figure e i dipinti racchiusi nel libro, rapisce il pubblico che si trova catapultato dentro lo spettacolo, grazie anche all’orchestra dal vivo: con Matteo Iannaccio, Antonello Capuano, Angelo Miele, Marco Molino, Lorenzo Mastrogiuseppe, la danza: con Lavinia Scott, Rebecca Erroi, Lara Ferrari, Lucrezia Zizzo, e l’allestimento visivo con animazioni 3d delle opere di Vincent Van Gogh.

A dispetto di quello che si è sempre pensato dell’artista, l’animo di Vincent non era mosso solo dai suoi tormenti, ma anche dalla fiducia, dalla capacità di amare e di sognare.

Tanti i passaggi della sua vita messi in evidenza nell’opera come il peso di essere il sostituto del fratello, nato morto un anno esatto prima di lui, e di portarne il nome; l’amore per Sien, una prostituta incinta e ubriaca che decise di soccorrere; e l’amore, il suo ultimo amore, per Agostina Segatori, sua modella e proprietaria di un cabaret.

Ma anche la sua voglia di dipingere le persone mentre lavoravano e riflettere con realismo la vita quotidiana dei più svantaggiati, come nel dipinto “I mangiatori di patate.

“Vedo disegni e dipinti nei luoghi più poveri, negli angoli più sporchi.” (Vincent Van Gogh)

Una rappresentazione del mondo talmente reale che la vita dei protagonisti dell’opera si fonde con i personaggi dei quadri fino a rendere un’unica immagine, come con Madame Odile e Agostina Segatori.

foto di Manuela Faccì

E questa fusione avviene anche per Vincent, Monsieur Louis Philippe e Andrea Ortis.

L’amore di Ortis verso Van Gogh è prorompente nella scena finale, nell’intenso monologo dove le parole sono violente e cariche come le pennellate del pittore sulla tela, e dove Louis, Andrea e Vincent, si fondono diventando un’unica anima.

“Il mondo non m’interessa se non per il fatto che ho un debito verso di esso, e anche il dovere, dato che mi ci sono aggirato per trent’anni, di lasciargli come segno di gratitudine alcuni ricordi sotto forma di disegni o di quadri, non eseguiti per compiacere a questa o a quella tendenza, ma per esprimere un sentimento umano sincero.” (Vincent Van Gogh)

Foto di Manuela Faccì

Katia Germanò

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