Cani “pericolosi”, cosa dice la legge e come comportarsi in caso d’aggressione. Le informazioni legali e i consigli dell’Oipa

L’Organizzazione internazionale protezione degli animali chiede al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso, anche per via delle mode del momento, vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente

I casi di cronaca parlano sempre più spesso di aggressioni da parte di cani genericamente definiti “molossi” che, quando mordono, posso anche uccidere altri animali e ferire anche gravemente gli umani a causa della mole e della loro potenza del loro morso. È quel che è accaduto a Tivoli, in provincia di Roma, dove, come si legge nelle cronache, un pitbull è riuscito a scappare dalla sua casa seminando il panico, uccidendo un gatto e mordendo dei passanti. La vicenda si è conclusa con il ferimento del cane da parte dei carabinieri intervenuti sul posto. Il pitbull è poi morto per la ferita d’arma da fuoco utilizzata dagli agenti.

L’Organizzazione internazionale protezione degli animali (Oipa) chiede al legislatore di regolamentare la detenzione di determinati tipi di cani che troppo spesso, anche per via delle mode del momento, vengono scelti anche da persone non in grado di gestirli correttamente.

Come gestire un cane cosiddetto “pericoloso” e cosa dice la legge sulla loro gestione? Risponde l’Oipa che chiarisce come anzitutto non esista un elenco lista di cani ritenuti pericolosi.

Nel 2006 il Ministero della Salute ha emesso un’ordinanza riguardante la “tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani”, nella quale era prevista una lista di razze canine ritenute pericolose. Successive ordinanze hanno poi abolito questo elenco a causa della relativa incertezza e, soprattutto, della discriminazione delle razze.

«Attualmente la pericolosità di un cane viene determinata a seconda di fatti specifici», spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa. «In caso morsicatura o zuffa tra cani, infatti, il cane e il suo proprietario vengono segnalati al Servizio veterinario Asl, che tiene un registro dei cani dichiarati aggressivi, e sono obbligati a seguire un corso formativo. Il corso è organizzato dal Comune, insieme al servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale, avvalendosi della collaborazione degli Ordini professionali dei medici veterinari e di associazioni di protezione animale. Le spese sono sostenute dal proprietario del cane “impegnativo”».

In caso di pericolosità grave, scatta l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa e l’obbligo di utilizzare il guinzaglio e la museruola nelle strade e nei luoghi aperti al pubblico.

Passando ai consigli pratici, cosa fare se il nostro cane viene aggredito da un altro?

«Prendere subito i dati del proprietario o detentore del cane aggressore e farsi aiutare da persone presenti che possano testimoniare quanto accaduto e identificare il responsabile, anche contattando la polizia locale», raccomanda l’avvocato Oipa. «Si tratta di un danno risarcibile perché il cane, anche se è un essere senziente, viene considerato come un “bene” facente parte del patrimonio e, inoltre, si ha il diritto di ottenere il rimborso delle spese veterinarie sostenute e delle cure necessari. È necessario quindi portare il cane dal veterinario per i controlli, provvedere alle cure e tenere tutta la relativa documentazione probatoria».

Se nella zuffa viene ferita anche una persona, si configura il reato di lesione colposa con conseguente denuncia e risarcimento del danneggiato.

In caso di zuffa tra due o più quadrupedi, gli animali devono essere tenuti in osservazione per 10 giorni al fine di verificare che non sussista la possibilità dell’insorgere di patologie pericolose come la rabbia. Il controllo si verifica con vista a domicilio da parte del personale Asl, o il detentore può essere obbligato a recarsi presso il Servizio veterinario con il proprio animale.

Comunicato Stampa

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