Tra correnti e pesci abissali Punta Pezzo è un laboratorio a cielo aperto

Biodiversità da valorizzare e potenzialità ecoturistiche da sfruttare con un occhio ai “novel food”

Biodiversità da valorizzare e potenzialità ecoturistiche da sfruttare tenendo conto dei “novel food” e della “nutraceutica del food” innovativa. Tra forti correnti, vortici, delfini e pesci abissali, il mare di fronte Punta Pezzo di Villa San Giovanni (RC) continua a offrire sorprese e a rivelarsi un laboratorio a cielo aperto di biologia marina e di biodiversità. In attesa del prossimo “Abyss Day” del 21 marzo 2023, il dott. Angelo Vazzana fondatore del Museo di Biologia Marina e Paleontologia di Reggio Calabria e studioso dell’idrodinamismo dello Stretto e il dott. Rosario Previtera dell’Associazione ambientalista “Save Your Globe” e Manager della transizione ecologica, insieme ad altri appassionati e studiosi, hanno monitorato nei giorni clou che si manifestano periodicamente, l’andamento delle forti correnti, dei vortici marini e il passaggio di cetacei (come delfini e stenelle) e dei cormorani, sul pennello in corrispondenza del faro di Pezzo e soprattutto la presenza di numerosi pesci abissali spiaggiati e di meduse molto particolari in quella che è stata definita la “Spiaggia degli abissi” tra i due piccoli promontori “Spontone” e “Cannone” e lungo il litorale nord verso la chiesa di Cannitello.

Le peculiarità delle correnti dello Stretto, dovute anche alla conformazione dei fondali e della costa e alla forza idrodinamica che si alterna notoriamente ogni sei ore (correnti di “montante” e di “scendente”) influiscono addirittura sul microclima dell’area sud del reggino e della costa ionica con azione mitigante, oltre a regalare nei pressi di Punta Pezzo e di Ganzirri numerosi spettacoli naturali unici al mondo, connessi allo scontro e la sovrapposizione tra le correnti e fortemente connessi alla storia e alla ricca mitologia greca dell’Area dello Stretto.

“Evidenziamo ancora una volta che siamo di fronte ad un osservatorio naturale, quello di Punta Pezzo, che può diventare un fattore di attrazione per un turismo didattico e scientifico non solo locale, grazie alla sua unicità, prova ne sia che scienziati da tutto il mondo giungono ogni anno per i monitoraggi di rito, spesso con piccoli laboratori portatili” ci dice Previtera:”Osservare da una posizione privilegiata le correnti fortissime, i vari tipi di vortice e fenomeni come l’”upwelling”, le “scale di mare”, i “tagli di rema” ed altri descritti dal dott. Vazzana e dai biologi marini, poter osservare e toccare i bellissimi pesci abissali spiaggiati grazie a tali fenomeni, costituiscono vere e proprie opportunità da non perdere e da trasformare in eventi da promuovere come il consueto “Abyss Day” da valorizzare e consolidare facendo rete anche con altri enti scientifici e le istituzioni”.

Interessanti quelli che vengono da alcuni definiti i “mostriciattoli” dello Stretto, ovvero i pesci abissali dalla foggia “mostruosa” e muniti di bioluminescenza fornita dai fotofori luminosi posti lungo il ventre di questi animali che vivono negli abissi più bui e profondi a partire da 200 m fino a 1500 m e che risalgono in superficie perché spinti dalla forza della risalita delle acque profonde (“upwelling”) quando soffia il Maestrale sulla costa villese o lo Scirocco sulla costa messinese.

“Sulla spiaggia tra i ciottoli, non ancora visti dai gabbiani” continua Previtera “abbiamo reperito i pesci abissali “Ascia d’argento” (Argyropelecus hemigymnus), la “Vipera di mare” (Chauliodus sloani ribattezzato da Vazzana “Chlauliodus skyllae”), la “Bocca spinosa” (Genostoma denudatum) e la splendida e innocua medusa blu “Barchetta di San Pietro o di San Giovanni” (Velella velella). Essa risulta essere ricchissima di antiossidanti e proteine e in estate, per gli amanti dei “novel food”, proveremo a realizzare la “frittella di Velella”.

La Velella è costituita da tanti di individui in colonia che determinano una unica conformazione simile ad una barchetta di 5-7 cm con vela triangolare che ne permette lo spostamento grazie al vento. La loro presenza insieme ad altri pesci ed organismi marini rappresenta uno scrigno di biodiversità e indica la pulizia delle acque ma anche il surriscaldamento in atto del nostro mare”.

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