Consiglio UE bacchetta Italia su tutela di quelle ‘numericamente inferiori’
(DIRE) Aosta, 17 Feb. – “Il recepimento della carta è una delle condizioni richieste dalle istituzioni europee, in particolare dal consiglio d’Europa, per l’adesione di nuovi paesi al contesto europeo. Si ritiene pertanto opportuno che un Paese fondatore del Consiglio d’Europa, quale è l’Italia, provveda sollecitamente all’esecuzione di questo importante strumento internazionale”. A dirlo sono i deputati Dieter Steger (SVP) e Franco Manes (Union Valdôtaine) che il 12 Ottobre scorso hanno depositato una proposta di legge in cui si propone la ratifica ed esecuzione della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, firmata a Strasburgo nel 1992.
“Nel corso delle ultime cinque legislature, non si è mai riusciti a concludere l’iter legislativo- sottolineano Steger e Manes, rispettivamente primo e secondo firmatario della proposta- nonostante si sia cercato ogni volta di trovare un accordo sul testo ampiamente condiviso”. I due deputati parlano di “un’iniziativa legislativa non più procrastinabile”, visto che il Consiglio d’Europa ha richiamato l’Italia sulla tutela delle minoranze linguistiche “numericamente inferiori”. L’Italia riconosce 12 minoranze linguistiche storiche ma “i diritti di queste comunità sono protetti e attuati in modo molto asimmetrico sul territorio nazionale, e non tutte le minoranze godono in egual misura dei diritti riconosciutigli”, si legge nel quinto rapporto del Comitato consultivo sulla Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa.
“Lo scopo della Carta Europea delle lingue regionali o minoritarie- dicono i deputati- redatta in seno al Consiglio d’Europa e aperta alla firma il 5 Novembre 1992 a Strasburgo, è di tutelare le lingue storiche regionali o minoritarie d’Europa che rischiano purtroppo di scomparire”.
E spiegano: “Ad oggi, essa risulta firmata da 33 stati membri del consiglio d’Europa e dalla federazione russa. Il trattato, in vigore dal 1 Marzo 1998 dopo raggiungimento delle cinque ratifiche previste, risulta ratificato solo da 25 stati, mentre i restanti nove non hanno ancora avviato o esaurito le procedure allo scopo previste”.
Il diritto a usare una lingua regionale o minoritaria nella vita, sia pubblica che privata, “rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo, previsto nel patto internazionale di diritti civili e politici adottato e aperto alla firma a New York e il 19 Dicembre 1966 e reso esecutivo ai sensi della legge 25 Ottobre 1977 e conforme convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, firmata a Roma nel 1950 e resa esecutiva dalla legge 4 Agosto 1955, numero 348”. L’Italia ha sottoscritto il trattato nel lontano 2000, ma non ha ancora approvato lo strumento di ratifica. (Pma/ Dire) 09:36 17-02-23