Avviso Energia rinnovabile microimprese. I rilievi di Confartigianato, CNA e Casartigiani su modalità e mancato coinvolgimento dei rappresentanti di categoria

Catanzaro “La pubblicazione dell’Avviso ‘Energia rinnovabile microimprese’ da parte della Regione rappresenta, nelle finalità, uno strumento di fondamentale importanza per il sostegno alla competitività delle microimprese quale contrasto alla crisi energetica. Questione che è stata posta al centro delle richieste che Confartigianato, Cna e Casartigiani avevano rivolto al Dipartimento sin dall’inizio dello scorso anno per provare a rispondere con tempestività ed efficacia ad una crisi che da lì a poco sarebbe scoppiata con grande forza. “Sebbene riteniamo la misura corretta nella finalità del contrasto all’aumento dei costi dell’energia derivanti dalla crisi internazionale, siamo costretti a rilevare alcune criticità operative che compromettono il giudizio positivo di un intervento che dovrebbe favorire le imprese, proprio quelle micro che più faticano alle nostre latitudini e che sono l’ossatura portante della nostra economia”.

E’ la posizione di Confartigianato, Cna e Casartigiani Calabria in merito al bando pubblicato dal Dipartimento Sviluppo economico che – scrivono ancora le organizzazioni di rappresentanza delle micro e piccole imprese – “ siamo convinti possa aiutare le aziende per ridurre l’impatto sul consumo energetico e sull’ambiente, al pari di quanto già fatto nelle altre regioni, ma ci lascia perplessi il modus operandi e  i contenuti dell’avviso. Una misura sostenuta con i fondi della vecchia programmazione 2014/2020 e che forse per questo avrebbe potuto essere pubblicata prima, quando chiesto, anche per non imporre tempi così ristrettì nella sua attuazione. Ed invero il bando è stato pubblicato in pre-formazione solo venerdì scorso 3 febbraio ed immediatamente operativo da ieri, lunedì 6 febbraio, restando aperto solo 25 giorni. Inoltre, nonostante l’inesistente preavviso, le domande saranno valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo con una procedura valutativa: come dire, chi prima arriva prima alloggia.  E’ vero che le risorse a disposizione non mancano, parliamo di dieci milioni di euro, che non sono pochi a fronte di investimenti di piccoli importi, forse un po’ troppo piccoli, ma questo in una finestra temporale di un mese con una pre-informazione di due giorni non va proprio nell’ottica della chiarezza e dell’inclusione. Un dato che penalizza le imprese piccole che devono ora correre: parliamo di un bando a punteggio in cui per essere ammessi bisogna superare una soglia minima di 60 punti e tra i punteggi previsti ce ne sono alcuni non proprio consueti con le microimprese come certificazioni ambientali o su modelli organizzativi oltre che impegnare il fornitore a sopralluoghi e verifiche che aggravano tempi e costi per tutti, assottigliando le poche risorse a disposizione. Tutte questioni che avremmo potuto condividere prima, ma su cui dobbiamo constatare che proprio le associazioni di categoria che sono chiamate a rappresentare gli interessi e le istanze delle microimprese sono state gentilmente bypassate dal Dipartimento”.
Confartigianato, Cna e Casartigiani contestano anche la recente istituzione dell’albo dei fornitori. Un albo al quale devono obbligatoriamente iscriversi le aziende che intendono installare gli impianti finanziati dall’avviso ed al quale dunque devono obbligatoriamente rivolgersi le aziende interessate a presentare domanda sul predetto avviso.

“Non né capiamo né l’utilità né l’opportunità da entrambi i lati, visto che non fa altro che appesantire con ulteriore burocrazia le aziende, in questo caso quelle appunto fornitrici degli impianti – affermano ancora le associazioni di categoria -. E’ vero che l’iscrizione all’albo resta sempre aperta, almeno pare, ma l’iscrizione è’ subordinata solo ad una verifica documentale ovvero al possesso dei titoli riconosciuti dalla legge e accertati dal sistema camerale, senza esprimere alcuna valutazione sulla bontà dell’azienda. La riteniamo, quindi, una inutile duplicazione che non fa altro che rendere farraginoso il procedimento e limitare la libertà di iniziativa economica e di scelta: in sostanza un appesantimento burocratico che penalizza le imprese in un tempo in cui la semplificazione delle procedure deve essere la parola d’ordine”. Contestazioni, quindi, che secondo Confartigianato, Cna e Casartigiani finiscono per assottigliare la positività del provvedimento e che avrebbero potuto essere evitate con una saggia concertazione, sempre nell’interesse superiore delle imprese.

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