Questo l’allarme lanciato dal Presidente dello Svimez Adriano Giannola secondo cui il caro energia, la crisi economica e l’inflazione galoppante rischiano di creare 600mila nuovi poveri nel Meridione. Parlando di casa nostra, in Calabria ci sono oltre 800mila persone che vivono in famiglie a rischio povertà, circa il 40% della popolazione. Purtroppo i dati dello Svimez ci dicono che questi numeri aumenteranno ulteriormente.
Per comprendere meglio quanto potrebbe essere devastante questo incremento basti pensare che già oggi per il 35% delle famiglie calabresi le “spese incomprimibili”, bollette e generi alimentari, erodono l’80% del budget disponibile. Immaginiamoci se questa situazione già tragica dovesse peggiorare come prevede questo studio.
Non bastasse lo Svimez anche l’Istat, nel report sui divari territoriali appena pubblicato, avverte che la crisi al Sud è senza precedenti nella storia non solo per la povertà e l’atavica carenza di lavoro ma, anche, per l’impoverimento demografico dovuto a denatalità, invecchiamento ed emigrazione. Il rapporto sottolinea le criticità del Mezzogiorno rispetto al settentrione iniziando dal Pil che nel Sud è pari al 55% di quello del Centro Nord e continuando con l’enorme differenza nella dotazione infrastrutturale e l’inaccettabile divario nei servizi primari come la sanità, l’istruzione, il welfare solo per citarne alcuni. Dati che confermano l’aumento della forbice tra Nord e Sud e il continuo depauperamento delle già magre risorse del Meridione.
È evidente che le strategie degli ultimi anni, lungi dall’aver risolto il problema dell’Italia a due velocità, hanno invece contribuito a peggiorarlo. Il tutto nel momento in cui le enormi risorse del Pnrr potrebbero realmente fare la differenza. Nei fatti, però, al di là di proclami e fantasmagorici progetti questa messe di denari non sta incidendo come dovrebbe, anzi!
E in un contesto così drammatico si ha ancora il coraggio di parlare di autonomia differenziata! Come non bastassero i danni disastrosi che stiamo tutt’oggi pagando sulla nostra pelle, generati da un federalismo monco e iniquo.
Guardiamo in faccia la realtà una volta per tutte: siamo un’area metropolitana morente all’interno di una regione agonizzante. Il nostro territorio continua a desertificarsi, a impoverirsi, a invecchiare, e coloro che potrebbero farlo rinascere, le nuove generazioni, si trovano costrette a emigrare perché ormai hanno perso anche la sola speranza di una vita migliore. E, per aggiungere al danno la beffa, i pochi che rimangono invece di essere supportati devono fare i conti con una classe dirigente inadeguata e una macchina burocratica inefficiente e inceppata, distante sideralmente dalle problematiche che giornalmente gli imprenditori e i cittadini devono affrontare. Questa è la situazione al netto delle tante parole, delle innumerevoli promesse mai mantenute e delle belle intenzioni che però rimangono tali.
Forse sarebbe il caso di darci tutti una bella svegliata e prendere coscienza che se non cambiamo le cose, se non facciamo di tutto per salvarci, nessuno lo farà per noi. Affogheremo soli mentre gli altri staranno a guardare limitandosi a lanciarci qualche salvagente logoro e bucato che, ovviamente, non basterà a salvarci da un disastro annunciato ormai da decenni.
Claudio Aloisio
Presidente Confesercenti Reggio Calabria