Lo evidenzia documento su governance della Mo Ibrahim Foundation
In Africa “aumentano le possibilità economiche e migliora l’indicatore relativo allo sviluppo umano”; il continente però è al contempo “meno sicuro e democratico” di quanto non fosse dieci anni fa: il 70 per cento dei cittadini vive in un Paese dove questi due aspetti sono peggiori rispetto a come erano nel 2012.
Le valutazioni sono contenute nella nuova edizione di un rapporto, l’Ibrahim Index of African Governance (IIag), che viene pubblicato ogni due anni e consta di un indice di misurazione statistico dei livelli di governance in Africa su un periodo di tempo di dieci anni. I dati sono divisi in quattro aree, a loro volta suddivise in 16 sotto-categorie e 81 indicatori.
I riferimenti numerici elaborati dalla fondazione provengono da 47 istituzioni indipendenti africane e internazionali, stando a quanto si riferisce nella presentazione del rapporto.
Dallo studio emerge che la crescita dei punti di governance “è stagnante dal 2019” ma che nel complesso il livello di governance è “superiore a quello del 2012”.
Nei 54 Paesi del continente, quindi, secondo l’analisi, “si registra un peggioramento dei livelli di sicurezza, rispetto dello stato di diritto e partecipazione e inclusione”. I Paesi africani si troverebbero però oggi in una condizione migliore a quella del 2012 per quanto riguarda “opportunità economiche e sviluppo umano”, nei settori, a esempio, della salute e dell’educazione, seppur “la maggior parte dei Paesi ha ancora davanti a sé grandi sfide per quanto riguarda l’occupazione, i trasporti e le infrastrutture energetiche”.
Servono dunque, a detta della Mo Ibrahim Foundation, “azioni decise per invertire i trend negativi” e per non “ridurre gravemente” la capacità dei Paesi africani di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e quelli dell’Agenda 2063 dell’Unione Africana.
FL