- Prosegue a Davos, in Svizzera, il World Economic Forum. All’evento è intervenuta oggi la presidente della BCE Chrstine Lagarde. La numero uno della Banca Centrale Europea ha ribadito che sugli aumenti dei tassi la BCE terrà “la barra dritta fino a quando non si entrerà in una fase restrittiva abbastanza lunga, necessaria per riportare velocemente l’inflazione al 2%”.
“Fate presto, mandate armi. Questo,invece, il senso dell’intervento in videoconferenza del presidente ucraino Zelensky. “Le forniture di sistemi di difesa all’Ucraina devono superare in velocità gli attacchi missilistici della Russia e questo vale per i carri armati occidentali che devono fronteggiare un’altra invasione di carri armati russi. E poi: “Non siamo stati noi a iniziare la guerra, ma siamo noi che dovremo finirla”, ha affermato Zelensky.
Unico rappresentante del Governo insieme al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara,Valentino Valentini, vice-ministro per le Imprese e il Made in Italy. “Sono qui per capire i nuovi modelli di sviluppo in una fase di grande cambiamento per le filiere, al fine di adattarli alle nostre imprese per il Made in Italy”. Sono qui in un Forum economico mondiale disertato da molti leader europei e segnato dalla guerra, dal riaccendersi di nuovi fronti di scontro commerciale, e nel complesso da una “frammentazione” che mette a rischio il modello di sviluppo incentrato sulla globalizzazione. “L’impressione – spiega Valentini – è una Davos sottotono rispetto a quella di un tempo.
Toni più dimessi, minor presenza di leader e grandi corporation, eventi più morigerati rispetto alle grandi feste fra new economy e grandi banche d’investimento”. Il perché, per Valentini, è chiaro: “C’è una fase di riflessione e di ripensamento, di riflessione dopo la crisi della globalizzazione, e piuttosto che offrire soluzioni i partecipanti s’interrogano su come sopravvivere. Il riferimento è alla “spaccatura insanabile del mondo” sancita dalla guerra in Ucraina, fra Occidente da una parte e Paesi antagonisti guidati dalla Russia. “Perdipiù, si parla meno di un’altra spaccatura: quella fra l’Occidente e il Sud del mondo, l’Africa, l’India, la Cina” che non è di portata minore. Sfide epocali al vecchio ordine globale, in cui l’Italia dovrà capire come fare al meglio i suoi interessi.
A Davos presente anche Greta Thunberg con le altre attiviste ambientali Vanessa Nakate, Helena Gualinga e Luisa Neubauer: i top-manager dell’energia “sapevano da decenni che i combustibili fossili causassero catastrofici cambiamenti climatici”, ma hanno continuato a “ingannare” politici e pubblico, e se non cambieranno direzione saranno “chiamati a rispondere in relazione alle loro responsabilità mediante specifiche azioni legali”, si legge nella lettera aperta delle giovani ambientaliste.
Miriam Sgrò