Raia: “urge riforma strutturale e aumento dell’indennità di accompagnamento o sempre più famiglie saranno costrette a ricorrere al lavoro nero”
Roma – “L’adeguamento retributivo per le assistenti familiari scattato a gennaio è un giusto riconoscimento del lavoro di chi accudisce ogni giorno i nostri cari, visto che il costo della vita aumenta per tutti, ma al tempo stesso è un aggravio insostenibile per le tante famiglie che oggi devono sopportare l’onere economico enorme rappresentato dalla cura per la non autosufficienza. Non ci si potrà stupire, dunque, se crescerà ancora il numero delle famiglie che si troveranno costrette a ricorrere al lavoro non in regola e quindi meno qualificato”. Questa la prima dichiarazione di Federcentri disabilità, la piattaforma nata dall’iniziativa di Federcentri APS (l’associazione dei centri anziani d’Italia) e destinata ad aggregare le tante associazioni impegnate sul territorio nazionale nella tutela delle persone non autosufficienti, con particolare attenzione alle problematiche legate all’invecchiamento. Il nuovo organismo, che sarà coordinato da Armando Marcucci, Presidente del Comitato Nazionale Antidiscriminatorio per persone con disabilità, ha visto la luce in occasione del direttivo nazionale di Federcentri APS tenutosi a Roma il 13 e 14 gennaio per la Winter School 2023, la scuola di formazione di Federcentri dedicata a dirigenti dei centri anziani e delle associazioni no profit.
Di fronte ai rincari Federcentri disabilità chiede “l’attenzione del governo e delle forze politiche verso un problema che non può restare inascoltato: quello della solitudine delle tante famiglie con persone fragili e disabili all’interno, per le quali la non autosufficienza è la causa principale di impoverimento – dichiara Elvia Raia, Presidente di Federcentri – Chiedere che siano compressi i redditi degli assistenti familiari, tuttavia, equivarrebbe a portare avanti una guerra tra poveri, che non vogliamo. Quello che chiediamo è una riforma strutturale dell’indennità di accompagnamento che sia adeguata ai reali bisogni delle famiglie e che sia tale da rendere possibile l’assunzione di personale in regola, facendo sì che emerga il lavoro nero, con conseguente aumento del gettito fiscale, qualificazione dei lavoratori e delle lavoratrici e vantaggi per l’intero sistema.”
Sono le questioni che hanno indotto Federcentri a dar vita al nuovo organismo. “Il nostro Paese – dichiara Armando Marcucci, coordinatore di Federcentri disabilità – è caratterizzato, a differenza di altri, da un’estrema frammentazione dell’associazionismo che rappresenta e tutela le persone con disabilità. Mentre in Germania, ad esempio, esistono realtà federative che rappresentano 4 milioni di persone con disabilità, in Italia accanto alle storiche associazioni di dimensione nazionale, esiste una miriade di piccole e piccolissime entità associative che pur essendo molto attive non sono, a oggi, adeguatamente rappresentate. L’obiettivo di Federcentri Disabilità è dare voce a queste realtà che tutelano centinaia di migliaia di persone, portandone le istanze in tutte le sedi istituzionali, dalle Asl e i Comuni, alle Regioni, fino al Governo e al Parlamento, con proposte e iniziative concrete e con particolare attenzione al tema dell’invecchiamento e delle problematiche a esso correlate, che sempre più saranno la principale causa della non autosufficienza.”