Lo stop al taglio delle accise infiamma i prezzi dei carburanti. La decisione del governo di reintrodurre la quota piena delle accise determina infatti un aumento, nel mese di gennaio, di +30 centesimi su un litro di benzina o gasolio rispetto a marzo scorso, e di +18 centesimi al litro rispetto a dicembre.
Così Faib Confesercenti in una nota.
I rincari andranno ad incidere, su base annua, per 300 euro a famiglia, rispetto a marzo, e 180 euro rispetto a dicembre, senza tener conto dell’effetto traino che produrrà su tutti i beni di consumo e sull’inflazione interna che è già a livelli preoccupanti. Ogni pieno di benzina costerà in media 15 euro in più rispetto a 10 mesi fa. Considerato che siamo ancora in piena crisi energetica, con la guerra in atto, c’è il rischio concreto di nuove impennate delle quotazioni sui mercati internazionali, con ulteriori aggravi per famiglie e imprese.
“Esprimiamo la massima preoccupazione per la decisione adottata dal Governo – dice Giuseppe Sperduto, Presidente nazionale Faib Confesercenti -. Nel ribadire che i gestori carburanti non determinano il prezzo, sempre deciso e indicato dalle compagnie petrolifere e dai retisti privati, Faib ricorda che ai gestori, a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Benzinai che per 9 mesi hanno sostenuto l’anticipo del taglio, senza alcuna compensazione, come più volte richiesto. Va anche sottolineato che più cresce il prezzo meno prodotto si vende e questo determina un impoverimento delle gestioni: di fronte a questo scenario serve una urgente e organica ristrutturazione del settore, razionalizzando la rete e diversificando le attività non oil sulle stazioni, valorizzando i prodotti petroliferi ecologici e sintetici e ristrutturando il peso fiscale”.
“Ci aspettiamo – conclude Sperduto – una urgente convocazione del Governo, come promesso dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, per riaprire il tavolo di lavoro perché in ballo c’è il futuro della mobilità del Paese, della logistica e delle persone, oltre a 250 mila occupati nelle stazioni di servizio, nella raffinazione e nel principale indotto produttivo e dei servizi”.
C.S. Confesercenti