Per inflazione si intende un aumento progressivo del livello generale dei prezzi e quindi una diminuzione del potere di acquisto della moneta, cioè della quantità di beni che può essere acquistata con una determinata quantità di moneta. Gli aumenti dei prezzi sono dovuti a molteplici fattori, ma il conflitto in corso e l’incremento dei costi dell’energia sono ritenute le cause principali, mentre si registra un consenso unanime nel sostenere che sia il consumatore il soggetto più penalizzato.
Di seguito le categorie e le regioni più colpite dall’ inflazione galoppante.
Le categorie di beni più colpite. E quelle meno coinvolte
Secondo i dati a disposizione dell’Osservatorio inflazione di Ipsos, le categorie dove i consumatori hanno riscontrato i maggiori rincari sono soprattutto le utenze energia-gas (87% degli intervistati), l’alimentare (86%), i carburanti (85%), i ristoranti-pizzerie (72%) e bar-pub-locali (62%).
Altre categorie appaiono invece meno coinvolte nella riduzione dei consumi (alimentari per sé e per i propri animali, la cura della casa, il bucato, la cura e il benessere della persona, la telefonia) mentre per altre categorie ancora i consumatori affermano di voler contenere la spesa e quindi di voler ridurre l’utilizzo. In particolarità la socialità fuori casa appare particolarmente in difficoltà con oltre il 70% dei clienti di ristoranti e bar che ridurrà la frequentazione.
Le Regioni più colpite
Il Codacons, “Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori” ha stilato la classifica delle regioni dove i prezzi al dettaglio a novembre 2022 hanno registrato gli aumenti più pesanti. La Calabria registra un aumento dell’11,2% con una spesa maggiore da +2.686 euro annui a famiglia residente.
Maggiore spesa annua a famiglia
SICILIA 14,3% +3.462 euro
LIGURIA 13,7% +4.139 euro
SARDEGNA 13,6% +3.616 euro
ABRUZZO 12,9% +3.395 euro
UMBRIA 12,5% +3.670 euro
PUGLIA 12,5% +2.994 euro
EMILIA ROMAGNA 12,4% +4.325 euro
TOSCANA 12,0% +4.208 euro
TRENTINO A.A. 11,8% +4.236 euro
VENETO 11,6% +3.731 euro
MOLISE 11,4% +2.970 euro
PIEMONTE 11,3% +3.502 euro
CALABRIA 11,2% +2.686 euro
MARCHE 11,2% +3.229 euro
LOMBARDIA 11,2% +3.985 euro
CAMPANIA 11,2% +2.686 euro
FRIULI V.G. 11,0% +3.446 euro
LAZIO 10,9% +3.635 euro
BASILICATA 9,1% +2.187 euro
VALLE D’AOSTA 8,7% +2.929 euro
Miriam Sgrò