(DIRE) Roma, 6 Dic. – Mentre i militari golpisti “continuano a torturare e uccidere non nascondendo il loro vero aspetto di criminali senza pietà”, c’è “solo da domandarsi se la comunità internazionale con le sue leggi e codici internazionali sia coerenti come lo sono i militari. Le belle parole senza azioni concrete sono insopportabili soprattutto per le vittime”. Esponenti della comunità birmana in Italia lo denunciano su Facebook rilanciando la notizia della condanna alla pena di morte decisa da un tribunale militare per sette studenti dell’Università di Dagon, un sobborgo della ex capitale Yangon.
L’annuncio della pena inflitta ai sette giovani è stata confermata al portale di notizie Irrawaddy, uno dei pochi media indipendenti rimasti in Myanmar, dalla Dagon University Students’ Union. Gli studenti si chiamano Ko Khant Zin Win, Ko Thura Maung Maung, Ko Zaw Lin Naing, Ko Thiha Htet Zaw, Ko Hein Htet, Ko Thet Paing Oo e Ko Khant Linn Maung Maung. “Questi studenti sono stati condannati con un processo a porte chiuse. Da quando è stato compiuto il colpo di stato in Birmania la giustizia vera e propria non c’è più”, prosegue la denuncia della Myanmar Community in Italy, questo il nome della pagina Facebook degli attivisti della diaspora. “Tanti giovani hanno perso la vita sotto le torture durante gli interrogatori con metodi fra i più brutali che uno possa immaginare.
Il popolo birmano continua a ripetere che il nemico è ostinato e coerente nel perseguire i suoi disumani obiettivi. Loro usano metodi brutali per torturare e uccidere non nascondendo il loro vero aspetto di criminali senza pietà. Per annientare la resistenza bruciano interi villaggi e compiono crimini contro l’umanità ogni giorno”. Dal golpe militare del febbraio 2021 circa 100 dissidenti sono stati condannati alla pena capitale, sempre secondo Irrawaddy. (Bri/ Dire) 14:18 06-12-22