Al confine con la Turchia, nell’estremo Oriente Europeo, sorge una piccola nazione, l’Armenia, ex Repubblica Sovietica situata nella regione montuosa del Caucaso, con la sua capitale, Yerevan. In questo luogo due culture s’incontrano: quella europea e quella asiatica.
Camminando per le strade di Yerevan non è inusuale vedere alta tecnologia accostata a grandi antichità. La forbice ricco – povero è molto ampia, dunque dove c’è molta ricchezza, in ugual misura è possibile notare altrettanta povertà.
L’eccellente servizio pubblico, tuttavia, è alla portata di tutti. Con appena 100 Dram (0,25 Euro circa) è possibile prendere autobus e metropolitana che servono tutto il Centro Storico.
La città di Yerevan è anche un fulcro per l’attività artistica contemporanea. Infatti sorgono molte gallerie d’Arte, in cui artisti emergenti ed affermati espongono le proprie opere. In particolare il Henrik Igityan National Centre for Aesthetics è una galleria in cui gli artisti espongono le proprie opere. Le sue vetrine affacciano su una delle strade principali, Abovyan St., permettendo ai curiosi e ai turisti di visionare le opere presenti in galleria, dando così enorme visibilità agli artisti.
Lo spazio permette l’esposizione sia di opere pittoriche, disegni e scultoree, sia di installazioni che possono occupare il grande spazio centrale. Al riguardo nelle settimane passate alcuni artisti in esposizione hanno mostrato i sentimenti provati durante il Covid-19, tra cui Lilit Stepanyan, artista multidisciplinare, che ha esposto la sua collezione dedicata alla mancanza di odore, uno dei sintomi del Virus.
Vicino al Vernissage, è possibile visitare l’ “Armenian Center for Contemporary Experimental Art” (NPAK). Fin da subito si viene immersi nell’arte contemporanea. Fotografi, pittori, scultori e installatori si incontrano in uno scambio di emozioni, conoscenza e arte. Gli ampi spazi e gli elevati soffitti permettono agli artisti di esporre installazioni molto grandi e suggestive. Tra essi emerge una cabina telefonica bianca invasa dalla natura. In un’altra installazione è possibile vedere delle figure umanoidi bianche attorno ad una figura centrale come avvolta in un sarcofago. Gli artisti in esposizione mostrano forti sentimenti ispirati dalle situazioni instabili del momento vissuto.
In una tour della capitale armena non può mancare una visita alla Cascata, la monumentale scalinata di 572 gradini, originariamente pensata come monumento al Soviet, ma in seguito trasformata nel “Cafesjian Center for the Arts”. All’interno della galleria e fuori, nei giardini antistanti la scalinata, è possibile osservane sculture e installazioni di artisti moderni e contemporanei, tra cui emergono Fernando Botero, Barry Flanagan, Lynn Chadwick e Jaume Plensa.
Se da un lato Yerevan è aperta all’arte contemporanea, dall’altro risulta molto conservatrice, in particolare per la religione. L’Armenia è considerata la prima nazione al Mondo ad aver adottato, nel 301, il Cristianesimo come religione ufficiale, grande vanto per la Nazione. Di seguito alcuni dei numerosi punti d’interesse storico-artistico-culturale dell’Armenia.
Sul confine tra Armenia e Turchia sorge Ararat, vulcano inattivo, in cui si crede si approdata l’Arca di Noè dopo il Diluvio Universale. Una delle più belle vedute del Vulcano è attraverso l’Arco di Charents, dedicato al grande poeta armeno e grande patriota Yeghishe Charents. Sull’Arco è possibile leggere le parole: “ Passa il Mondo intero con le sue montagne bianche, alla bellezza di Masis non è uguale a nessuno! ”.
L’Armenia possiede anche uno splendido Tempio greco-romano, il Tempio di Garni, costruito in basalto grigio, un periptero costruito su un podio elevato. L’imponenza del Tempio, interamente visitabile, lascia sbalorditi. Evidenti le influenze armene nella costruzione dell’edificio. Accanto al Tempio sorgono i bagni termali, in cui è possibile vedere uno splendido mosaico.
Tra antichità e contemporaneità, l’Armenia è sicuramente un Paese da visitare almeno una volta nella vita, anche solo per assaporarne i cibi, l’aria, le bevande, i monumenti e l’arte di cui la Nazione è ricca.
SM