(DIRE) Roma, 17 Nov. – Sanzioni penali a misura di minorenne; giustizia riparativa come risposta prioritaria; sportelli dedicati al sostegno delle vittime; piena attuazione dell’ordinamento penitenziario minorile; prevenzione attraverso spazi per i giovani ed educazione alla legalità. Sono queste le cinque proposte lanciate dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, al termine dell’evento ‘Riscoprire il futuro. Diritti, responsabilità e percorsi nel sistema penale minorile’ organizzato dall’Agia in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia in programma domenica. Tutte proposte, quelle messe sul tavolo di Governo, Parlamento e istituzioni da Garlatti, che vanno nella direzione di valorizzare, quale unica finalità del sistema, il recupero del minorenne, la cui personalità è ancora in formazione. In tutto, secondo i dati aggiornati al 31 ottobre 2022, sono 14.172 i ragazzi fino a 25 anni in carico agli Uffici di Servizio Sociale per Minorenni, di questi 377 sono in un Istituto penale (370 maschi e 7 femmine). “Bisogna innanzitutto riflettere sull’opportunità di introdurre sanzioni penali a misura di minorenne, diverse da quelle degli adulti, come avviene in alcuni paesi europei- ha detto l’Autorità garante- Per esempio, attività a beneficio della collettività o il divieto di uscire nel fine settimana. In questo modo i giudici avrebbero a disposizione numerose alternative, oltre a quelle introdotte oramai 34 anni fa, come la sospensione del processo con messa alla prova e l’irrilevanza del fatto. Così la detenzione resterebbe ancora di più l’ultimo strumento a cui ricorrere”. Garlatti ha poi sollecitato la piena attuazione della riforma dell’ordinamento penitenziario minorile del 2018. “È necessario adottare un regolamento penitenziario specifico- ha detto- Sono troppo pochi, ad esempio, gli Istituti penitenziari minorili che ad oggi sono riusciti a consentire le visite prolungate con i familiari in spazi che riproducano l’ambiente quotidiano. Le sezioni a custodia attenuata invece non sono ancora una realtà. Sarebbe importante che nascessero spazi aperti alla comunità esterna, con gestione autonoma e separati dal resto della struttura in tutti gli istituti”.
C’è poi il tema della prevenzione. In quest’ambito sono tre le proposte avanzate dall’Autorità garante: “La prima è quella di rendere disponibili e fruibili spazi attrezzati per bambini e ragazzi, in particolare in periferia e in contesti di marginalità. I giovani devono essere coinvolti nel recupero e nelle scelte per la destinazione e la gestione di questi spazi: come ad esempio campi da gioco, sale di registrazione o spazi per la creatività”. Un altro ruolo importante è riconosciuto alla scuola che deve offrire le competenze utili a costruire un percorso di vita e a collocarsi positivamente nella società. Infine, occorrerebbe investire ancora di più in educazione alla legalità e al rispetto delle regole attraverso il confronto con i ragazzi. Per sostenere le vittime minorenni, soprattutto quando i fatti avvengono tra coetanei, l’Autorità garante ha poi proposto di istituire sportelli dedicati che possano offrire supporto psicologico, orientamento e accompagnamento, informazioni sui propri diritti e sul procedimento, incontri di gruppo. Infine Garlatti ha voluto sottolineare l’importanza di considerare la giustizia riparativa come principale risposta al reato. “Dobbiamo riflettere- ha detto- sull’opportunità di intendere la giustizia riparativa come qualcosa che previene ed evita il processo penale”. Più in generale occorre diffondere la cultura della giustizia riparativa e promuovere, oltre alla mediazione, anche altri strumenti come i family group conferences e circles: spazi che coinvolgono familiari e altre persone coinvolte nella vicenda. “Nella giustizia riparativa- ha proseguito l’Autorità garante- assumono rilievo anche la vittima e i suoi diritti, che invece nel sistema penale non trovano sufficiente spazio. Chi ha subito un reato vede riconosciuti il proprio vissuto e la propria sofferenza e si sente compreso”.
Di giustizia riparativa ha parlato anche Patrizia Patrizi, presidente European Forum for Restorative Justice, che ha sottolienato come “la giustizia riparativa parte da un presupposto base: un reato o un torto non sono solo la violazione di regole o di norme dello Stato ma sono violazioni delle relazioni tra le persone, producono una ferita e comportano degli obblighi di mettere a posto le cose”. Con “la giustizia riparativa- sottolinea Patrizi- c’è la possibilità di facilitare l’incontro tra autore e vittima, concordare cosa può essere fatto per disfare l’ingiustizia. Nel sistema penale minorile ci sono vari momenti nei quali si potrebbe incrociare la giustizia riparativa favorendo quest’incontro”. Nel corso dell’evento ‘Riscoprire il futuro. Diritti, responsabilità e percorsi nel sistema penale minorile’ l’Autorità garante ha poi sottolineato come il tema “non riguarda solo i diritti in ambito giudiziario ma tocca tantissimi diritti dei minorenni: da quello all’educazione e all’istruzione a quello alla non discriminazione, dal diritto al benessere a quello al tempo libero. È necessario restituire spazio alle persone, andando oltre al semplice racconto dei fatti: autori e vittime non sono ciò che hanno commesso o subito. Riflettere sui problemi legati al disagio, alla devianza e al sistema penale minorile non è solo un’esigenza ma una responsabilità, resa ancora più urgente dall’impatto che la pandemia ha prodotto nella vita dei giovani”. “Non parliamo di giovani irrecuperabili- sottolinea in conclusione Garlatti- ma di minorenni con diritti da tutelare. Vogliamo provare a comprendere come questi ragazzi possano riscoprire il futuro, un futuro che già esiste ed è compito della società e di tutti noi tracciare i percorsi per ritrovarlo. Però la nostra attenzione deve andare anche alle vittime: dobbiamo farci carico dei loro bisogni e delle loro aspettative, anche ricorrendo agli strumenti della giustizia riparativa. Il diritto a riscoprire il futuro e a sentirsi parte della società è pure il loro”. Garlatti ha infine annunciato l’avvio di un ciclo di visite tra i 17 istituti penali minorili d’Italia, per ascoltare ragazze e ragazzi detenuti. (Mab / Dire) 15:33 17-11-22