Brasile. Bolsonaro: “Rispetto Costituzione, ma proteste benvenute”

(DIRE) San Paolo (Brasile), 2 Nov. – È dalla notte di domenica scorsa, quando è stata confermata la vittoria al secondo turno delle presidenziali del già due volte capo di Stato Inácio Lula da Silva, candidato del Partidos dos Trabalhadores (Pt), che si attendevano le dichiarazioni del presidente in carica, sconfitto dal voto, Jair Bolsonaro. Alcuni analisi si aspettavano che riconoscesse la vittoria dell’avversario e la legittimità del voto. Bolsonaro però ha mantenuto il silenzio per ben due giorni. Un comportamento, questo, che è stato interpretato dai suoi sostenitori come un rifiuto a riconoscere la legittimità dei risultati delle urne.

Dopo la conferma della vittoria di Lula gruppi di autotrasportatori sostenitori del presidente e altri suoi supporter hanno cominciato a erigere barricate per bloccare le strade. Fino alla tarda notte di lunedì, stando a quanto riportato dalla Polícia Rodoviária Federal (Prf), blocchi parziali si registravano in 25 Stati, compresa la capitale Brasilia. Le uniche aree dove non si sono verificate manifestazioni sono state l’Alagoas e l’Amapá, Stati situati entrambi nel nord-est del Paese, la zona più povera del Brasile e tradizionale roccaforte del Pt. Nella notte di lunedì il sindacato degli autotrasportatori della Confederação Nacional dos Trabalhadores em Transportes e Logística (Cnttl) ha espresso il suo rifiuto delle proteste in corso, definendole “anti-democratiche”. “Siamo testimoni di un’azione anti-democratica di non accettazione del risultato delle urne da parte di alcuni elementi che non rappresentano la categoria dei camionisti autonomi. Crediamo che sia importante rispettare quanto il popolo ha deciso al seggio: la vittoria di Lula”, si legge in una nota, firmata dal direttore del Cnttl, Carlos Alberto Litti Dahmer. I manifestanti chiedevano un intervento dell’esercito per via della presunta irregolarità del voto.

Il giudice del Supremo Tribunal Federal (Stf), Alexandre de Moraes, ha denunciato “omissione e inerzia” da parte della polizia brasiliana nella dispersione dei manifestanti, ordinando la liberazione delle strade bloccate, pena una multa di 100mila reais all’ora, poco meno di 20mila euro, e l’arresto per disobbedienza del direttore della Prf, Silvinei Vasques. Non è la prima volta che Vasques rimane coinvolto in polemiche da quando è capo della Prf. Il dirigente ricopre questo incarico dall’aprile 2021 ed è stato nominato su indicazione del senatore Flavio Bolsonaro, del Partido Liberal, figlio del presidente. L’assunzione di Vasques è avvenuta nel pieno di una serie di cambiamenti ai vertici della Polícia Rodoviária Federal approvati dal ministro della Giustizia e la sicurezza pubblica, Anderson Torres. Alla vigilia del voto, Vasques ha pubblicato sul suo profilo Instagram un’immagine della bandiera del Brasile scrivendo: “Elezioni 22, Bolsonaro presidente”. Il contenuto è stato rimosso qualche ora dopo. In alcuni video che sono circolati sui social media si vedono agenti della Prf che appoggiano i manifestanti pro-Bolsonaro mentre bloccano le strade. In uno dei filmati, un esponente della polizia stradale dice che gli agenti non sono stati formati su come sgomberare una strada e che “nessuno dei veicoli coinvolti verrà identificato”. In almeno 16 Stati anche ieri si sono registrate interruzioni del traffico stradale. Dirigenti della Prf hanno riferito di aver individuato tramite video almeno tre casi in cui gli agenti sembrano aiutare i manifestanti nelle loro azioni. Secondo l’ispettore generale del Prf, Wendel Benevides Matos, tutti questi episodi verranno chiariti.

 Ieri Bolsonaro ha pronunciato il suo primo discorso sugli esiti del voto. In tutto il suo intervento è durato circa due minuti. Il passaggio più importante è stato quello in cui il presidente ha detto che continuerà a rispettare la Costituzione. Il ministro della Casa civile, Ciro Nogueira, ha poi reso noto di aver cominciato il processo di transizione. Bolsonaro ha anche affermato di non essere d’accordo con chi lo ha definito “anti-democratico”, visto che il suo operato si è articolato sempre “entro i confini sanciti dalla Costituzione”. Il capo dello Stato ha aggiunto che “le manifestazioni pacifiche sono benvenute”. Durante il discorso il presidente è tornato ad accusare la “sinistra” e, indirettamente, il rivale Lula: “Voglio ringraziare i 58 milioni di brasiliani che mi hanno votato al secondo turno. Le manifestazioni di questi giorni sono il frutto dell’indignazione e del sentimento di ingiustizia per come è avvenuto il processo elettorale. Le proteste pacifiche sono sempre benvenute, ma i nostri metodi non possono essere quelli della sinistra, che alla fine colpiscono sempre i cittadini, con l’occupazione della proprietà, la distruzione del patrimonio e le limitazioni degli spostamenti”. (Jom/Dire) 18:31 02-11-22

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