Negli ultimi tempi, i controlli disposti dalla Guardia di Finanza sui finanziamenti legati all’emergenza Covid, finalizzati a verificare che gli aiuti dello Stato arrivino effettivamente agli imprenditori e professionisti realmente bisognosi, sono stati estesi anche al rispetto delle regole per la percezione di sussidi destinati alle persone in difficoltà economiche. Nel caso specifico, il Corpo ha puntato l’attenzione sul riscontro della corretta titolarità di alcuni soggetti a ricevere il Reddito di Emergenza (REM), misura di sostegno istituita con l’articolo 82 del DL 34/2020 (Decreto Rilancio) in favore dei nuclei familiari in sofferenza di liquidità a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Nell’ambito di questa attività ispettiva, portata avanti negli ultimi mesi e tesa ad approfondire segnalazioni ed input informativi in collaborazione anche con la Prefettura del capoluogo giuliano, le Fiamme Gialle triestine hanno scoperto e sanzionato complessivamente n. 141 persone, che, ospiti di strutture con oneri a totale carico dello Stato, hanno indebitamente richiesto e percepito la forma di sussidio in argomento. Le indagini sono state sviluppate in maniera trasversale, incrociando gli elementi informativi acquisiti dalla costante attività d’intelligence e di controllo economico del territorio con talune segnalazioni e le banche dati a disposizione del Corpo presenti sulla cosiddetta “Dorsale Informatica”.
A seguito di tali approfondimenti investigativi sono quindi emerse le posizioni di n. 141 soggetti stranieri che, ospitati presso strutture dislocate nella Provincia di Trieste a spese dello Stato, avevano ottenuto indebitamente dall’INPS, utilizzando false autocertificazioni, diverse quote mensili di R.EM (fino a un massimo di 12 mensilità, oscillanti, in base agli indicatori di reddito e patrimoniali posseduti, in una forbice tra 400 e 800 euro per rata, per un massimo, quindi, di 9.600 euro per il biennio 2020/2021).
Ciò in violazione della normativa in questione che, specificamente, esclude dal beneficio tutti coloro che soggiornano gratuitamente presso strutture pubbliche. Gli accertamenti condotti dai finanzieri hanno consentito di ricostruire quanto illecitamente ottenuto dai soggetti in argomento quantificato in un importo complessivo pari a Euro 317.940,00, procedendo nei loro confronti con la contestazione della conseguente violazione amministrativa comminata ai sensi dell’art. 316-ter, comma 2 del codice penale (indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, punita con una sanzione amministrativa da euro 5.164 a euro 25.822, per un totale massimo complessivo di sanzioni pari ad euro 953.000,00 e l’avvio delle procedure per il recupero degli importi non spettanti). Ulteriori accertamenti sono tuttora in corso per individuare eventuali ipotesi di reato di competenza dell’Autorità Giudiziaria.
Le attività della Guardia di Finanza a presidio della spesa pubblica, mirate anche al contrasto alle frodi nel settore assistenziale, proseguiranno per garantire le fasce più deboli della popolazione in modo che le agevolazioni pubbliche giungano a chi effettivamente ne ha diritto evitando sprechi ed iniquità, salvaguardando in tal modo il bilancio dello Stato e degli Enti Pubblici e aiutando la crescita produttiva, occupazionale e la coesione sociale.
comunicato stampa Guardia di Finanza Comando Provinciale Trieste