L’Unione Europea “punta il dito” contro le violenze che per ora albergano nelle strade dell’Iran, nate in seguito alle proteste in nome di Mahsa Amini, la giovane donna picchiata e torturata dalla polizia morale, solo perché indossava l’hijab in modo scorretto. Dopo la morte della ragazza, in Iran e in vari punti del mondo sono scoppiate varie proteste, per dire basta a tutte le ingiustizie che le donne islamiche vivono da sempre in alcuni regimi, come la legge sul velo obbligatorio. In Iran, l’hijab, è il velo che tutte le donne islamiche sono obbligate ad indossare nei luoghi pubblici, non sono le donne musulmane ma anche tutte le turiste.
L’unione Europea ha condannato le violenze delle forze dell’ordine contro i manifestanti. La repressione condotta dalla polizia, sembra non placare l’ira delle donne islamiche. Molti Leader Europei e Statunitensi condannano le azioni della polizia contro i manifestanti.
La risposta delle forze dell’ordine Iraniane non tarda ad arrivare, essi continuano la loro “lotta” contro i rivoltosi, dichiarando che sono i paesi occidentali ad alimentare le rivolte. Queste sono le parole del capo della polizia Hossein Ashtari: “I rivoltosi dovrebbero sapere che la sicurezza del nostro Paese è la nostra linea rossa e la polizia la salvaguarderà, con tutti i mezzi”, è il monito lanciato dal capo della polizia Hossein Ashtari. Mentre il capo della magistratura iraniana, Gholamhossein Mohseni Ejei, ha voluto dichiarare: “la magistratura affronterà con decisione e con forza i ‘mercenari dei nemici’ “.
Undici giorni di proteste contro la polizia morale e il regime. In piazza sono scese tantissime donne, ma anche uomini, perché stanchi di tale politica. Durante le manifestazioni sono morte molte persone, in tutto 41, non solo rivoluzionari, ma anche alcune persone delle forze dell’ordine. Secondo l’organizzazione Iran Human Right , le persone morte sarebbero 76.
Le autorità finora hanno arrestato 450 manifestanti nel nord dello stato, nei giorni scorsi ne sono state portate in arrestato 1.200. Diciotto giornalisti sono stati catturati e carcerati, una denuncia che arriva direttamente dall’organizzazione americana indipendente Committee to Protect Journalists (Cpj) e Reporter senza Frontiere.
Le forze dell’ordine hanno risposto alle proteste, sparando ai civili, lanciando gas lacrimogeni dentro le abitazioni. I video delle manifestazioni continuano a girare nel mondo del web, nonostante la rete internet sia sta bloccata in alcune zone dell’Iran. Ebrahim Raisi, il Presidente Iraniano, dal canto suo, vuole soffocare le proteste dei rivoluzionari, questo è ciò che ha fatto intendere in questi giorni (fonte: Ansa.it).
AO