Dopo il discorso di Putin alla “nazione”. La Cina, inteso il concreto pericolo di una guerra nucleare, cerca di mettere un freno all’escalation militare in Ucraina. Il governo di Xi Jinping è infatti tra quelli che subirebbero i maggiori danni economici da un allargamento globale del conflitto. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, più che preoccupato per quanto avviene tra mosca e Kiev o meglio tra Mosca e la NATO, ha affermato ieri: ” la guerra in Ucraina mostra un trend in espansione e di lungo termine, con effetti di contagio negativi sempre più gravi che la parte cinese non vuole vedere: le priorità sono il cessate il fuoco e la fine del conflitto“.
Condivisibile l’appello della Cina, perchè stando alla situazione attuale il conflitto così come si prevedeva all’inizio, potrebbe “incattivirsi” ulteriormente, con la Russia che non avendo più nulla da perdere e sentendosi in pericolo potrebbe sganciare l’arma nucleare tattica.
Al netto della propaganda di guerra che vorrebbe l’altra parte sempre con l’acqua alla gola. Un analisi seria ci consente di capire chi ha da perdere da una situazione del genere. In primis l’Ucraina, in quanto lascia sul campo migliaia di persone tra civili e militari vite spezzate o rovinate da un conflitto che si poteva evitare e che invece ad alcuni grandi della terra invece conviene. Seppure sino adesso le sono stati inviati 150 miliardi di dollari oltre gli aiuti civili e militari, il territorio risulta in più parti devastato e ci vorranno decenni per riprendersi.
La seconda a perdere tanto, forse tutto, è l’Unione Europea. Bruxelles già paga a caro prezzo il sostegno militare a Kiev e le sanzioni economiche alla Russia a causa delle contro sanzioni “indirette” sul gas. Per non parlare nemmeno del danno ambientale che deriverebbe dall’utilizzo di un’arma nucleare seppur di ridotta potenza.
Chi può guardare la situazione invece con un certo pragmatismo, che al momento noi europei ed italiani abbiamo invece messo da parte, sono gli USA. Dall’avvento di Biden hanno intrapreso una picchiata epocale, collezionando figuracce a livello internazionale non di poco conto (la fuga dall’Afghanistan). Gli States, da qualche anno in mano ai democratici, stanno recuperando punti dell’inflazione a spese dei cugini europei che sono costretti a comprarne alcuni prodotti (il gas liquido per esempio) e grazie alla continua produzione dell’industria bellica causata dal conflitto Russia-Ucraina. Non solo ma la guerra e le condizioni sfavorevoli rallentano e non poco la crescita economica del colosso cinese altro vantaggio indiretto che Washington ottiene dall’esistenza del conflitto che nessuno invece vuole.
La notizia peggiore però non è che Putin abbia poco velatamente ricordato di avere armi nucleari nel suo arsenale. Questo lo si sapeva e lo si temeva dall’inizio del conflitto. Una Russia isolata e in perdita sul piano militare avrebbe potuto decidere il ricorso alle armi più letali, gli analisti lo avevano anche previsto uno scenario così. E’ impensabile che Mosca da sola possa tenere testa alle sanzioni e a tutti i paesi NATO che finanziano l’Ucraina. La notizia peggiore è che non si parla di più di pace! Che nessuno si propone quale attore credibile per una soluzione diplomatica.
Cosa fare? Seguire l’appello del Papa … (e della Cina)
Fabrizio Pace