L’argomento che tiene banco da qualche mese a questa parte, appena dopo l’inizio del conflitto in Ucraina, è relativo ai consumi energetici. Quest’ultimi sono pesantemente influenzati dal gas che viene per lo più importato massicciamente dalla Russia. La maggior parte dei paesi dell’Unione Europea ne sono dipendenti ma l’Italia lo è in maniera molto più considerevole. Ed allora è entrato nella conoscenza di tutti, tramite il martellamento mediatico, la presenza di una borsa del gas, ai più prima sconosciuta, sita in Olanda ad Amsterdam dove si contratta il costo del Gas presente e futuro. Una borsa, simile a quella monetaria ed azionaria, ma che tratta esclusivamente l’energia in maniera virtuale, il cui indice finanziario di riferimento è il TTF che in sostanza ne determina il prezzo. Quest’ultimo risente ovviamente anche di fattori esterni e di speculazioni, come in questo esatto momento storico sta accadendo a causa della guerra in Ucraina. Il rischio elevato, intimato o solamente temuto, di un’interruzione dell’erogazione del gas genera una forte instabilità ed un’impennata nel costo dello stesso.
Ma da questa situazione, che giustamente terrorizza famiglie ed imprese italiane per la ripercussione diretta sulle bollette energetiche e per il rincaro sui prezzi dei beni di primo consumo, chi sta traendo vantaggio?
Come spesso accade ho pensato di chiedere ad Antonio Del Pozzo, professore di analisi finanziaria, che spesso interpelliamo quando si tratta di affrontare complicate vicende di carattere economico. Nel caso specifico riprendo esattamente una sua riflessione pubblicata su Facebook:
“52 miliardi di debito pubblico per ridurre le bollette, decine di nuovi ricchi nababbi, milioni in povertà. E ancora non bastano, vogliono qualche altro miliardo …. Oggi un post un po’ più lungo, per chi vuole farsi un’opinione (magari un giornalista) su una questione popolare ma difficile da capire: chi si è preso i 52 miliardi di euro (io li chiamo ancora 100.000.000.000.000 di lire, “diconsi” centomila miliardi di lire) che il governo (gli italiani con debito pubblico) ha messo per ridurre il costo delle bollette a causa dell’aumento del prezzo del gas?
Sarebbe la prima domanda da porre ai politici in questa breve campagna elettorale, e invece nessuno ne parla. Le ipotesi sono quattro:
a) le nazioni dove il gas viene estratto;
b) le aziende che trasformano e vendono il gas a famiglie e imprese;
c) le banche d’affari che speculano con prodotti finanziari c.d. derivati (anche per i loro clienti);
d) i trader che fanno in piccolo e in via autonoma speculazione sempre con derivati.
Le ipotesi a) e b) sono semplici e non richiedono spiegazioni ulteriori. La domanda di acquisto di gas, per effetto dei timori della guerra, potrebbe essere aumentata e avere fatto aumentare i prezzi. Di ciò si avvantaggerebbe la Russia di Putin in primis. Anche l’ipotesi b) è semplice. Le aziende di trasformazione del gas, temendo aumenti del prezzo, possono avere da subito aumentato le tariffe (prima ancora dei prezzi all’ingrosso). Lo Stato ha il controllo di ENI, potrebbe chiederlo ai suoi manager.
Ma le ipotesi c) e d) sono le più interessanti e provo a spiegarle. Sui mercati di Amsterdam si possono acquistare e vendere future. Sono prodotti finanziari derivati che in pratica consentono di stabilire oggi il prezzo che un bene avrà ad una certa data futura. Questi mercati sono gestiti da privati e regolati da pochissime leggi. Dovrebbero essere utili solo per le persone e le aziende che effettivamente devono acquistare o vendere il bene sottostante; in quel caso sono neutri (l’acquirente e il venditore di future concluderanno il contratto a termine al prezzo convenuto oggi). Ma possono anche essere usati per finalità speculative e spesso sono afflitti da pratiche di “pompaggio” truffaldino del prezzo.
Mi spiego meglio. Due soggetti possono mettersi d’accordo e stipulare tanti future a ripetizione per fare aumentare il prezzo. Sono in combutta, quindi nessuno ci guadagnerà o perderà nulla, alla fine compenseranno guadagni e perdite, ma il prezzo salirà. E l’aumento del prezzo del future condizionerà anche i prezzi degli scambi effettivi di gas. Di conseguenza, se al tempo stesso acquisteranno da altri future che danno il diritto a vendere gas, aumentando fittiziamente il prezzo negli scambi pilotati, avranno fatto una fortuna.
Ora, non pretendo che il politico ci spieghi tutti questi dettagli tecnici. Ma qualcuno dovrebbe dirci a chi è andata questa montagna di denaro. Cioè, in parole semplice, se si è tradotto in soldi per Putin, per le aziende che trasformano gas o per chi specula.
Magari migliaia di persone che così si comprano un nuovo panfilo da 50 metri. Perché se è così bisognerebbe mettere in galera questi truffatori, altro che dargli altri soldi e fare altro debito pubblico. E le procure dovrebbero indagare per l’ipotesi di aggiotaggio … Forse dovremmo rivalutare gli anni 80/90: si rubava meno alla collettività e soprattutto non si mandava la gente sul lastrico.”
Il “Governo dei Migliori” dovrebbe quindi dare delle spiegazioni a chi di dovere!
Fabrizio Pace