Nello Stato del Sud Sudan sono stati uccisi decine civili in scontri politici che si sono verificati tra Febbraio e Maggio di quest’anno. Nelle strade del Paese ogni giorno donne e bambini sono vittime di atroci atti disumani, tra cui violenze sessuali. Atti non nuovi per lo stato del Nord Africa, difatti questa Nazione vive con questo orrore da anni. La denuncia arriva da un rapporto dell’Onu.
La situazione nel Sud Sudan è indescrivibile; gli scontri nello Stato dell’Unità, ricco di petrolio, tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e il vicepresidente Riek Machar, rivali da anni, hanno portato ad atti spaventosi che si sono verificati in circa 28 villaggi in tre contee, causando la morte di 173 persone ed il rapimento di 37 donne e bambini.
La missione dell’Onu in Sud Sudan (Unmiss) e l’Ufficio dell’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani (Ohchr), hanno comunicato: “Molte delle persone rapite sono state vittime di violenze sessuali, tra cui bambine di 8 anni e una di 9 violentata a morte da una banda”.
Secondo il rapporto, entrambe le unità hanno compiuto gravi abusi e le forze filo-governative, insieme alle milizie fedeli a Kiir, sembrano essere state “i principali autori delle violazioni dei diritti umani”. Da queste violenze sono state “sfrattate” 44.000 persone in 26 villaggi, da cui sono nati 131 casi di abusi sessuali di gruppo, documentati.
Il rapporto congiunto, va dal periodo tra l’11 febbraio e il 31 maggio 2022, una missione che ha visto i ricercatori recarsi nelle roccaforti pro-Machar di Koch, Leer e Mayendit, tra cui le aree circostanti, per documentare e provare le conseguenze delle violenze.
L’inviato dell’Onu nel paese, Nicholas Haysom, ha annunciato: “le violazioni dei diritti umani sono state commesse impunemente” (fonte: Ansa.it).
AO