Come ogni anno, in questo mese ricorre l’Anniversario dei Moti di Reggio. Una piccola ma importante parentesi nella vita della città di Reggio Calabria e dei reggini, perchè si tratta dell’orgoglio di un popolo ferito e, a tutt’oggi, mai risarcito per quanto gli venne tolto.
Una rivolta popolare che, nel tempo, divenne un simbolo identitario per la destra reggina che ci credette sino alla fine anche se l’epilogo fu amaro. Destra che fu penalizzata oltre modo dall’intreccio di storie e vicende che riguardavano anche soggetti legati alla ‘Ndrangheta, ai Servizi Segreti e ad esponenti della destra eversiva. Una matassa che una parte del processo Gotha cerca di sbrogliare. Ed è proprio da qui che sono emerse, recentemente, verità fondamentali, accertate da sentenza della Cassazione che scuotono la vita politica di Reggio Calabria sino ai giorni nostri. Una di queste, certificata dagli Ermellini, è relativa all’ostilità della ‘Ndrangheta all’ascesa politica di Peppe Scopelliti, ex cestista, cresciuto negli ambienti giovanili della destra.
Seppur di destra, Scopelliti probabilmente era ritenuto un soggetto non malleabile quindi ovviamente scomodo per gli affari della mala. Una prova di quanto detto è il fatto che in particolari quartieri della città, dove è più elevata la permeabilità della ‘Ndrangheta ed i “consigli” sui candidati da votare alle volte sono più pressanti, l’ex sindaco di Reggio prese meno voti delle sue liste. Mentre altri “sbancarono” le urne in quei quartieri anche di recente.
La favola della carriera politica di Peppe Scopelliti aiutata dalla benevolenza della ‘Ndrangheta è una circostanza inesistente in base alla sentenza della Cassazione. Non è inoltre assolutamente il risultato dell’analisi dei magistrati inquirenti. Sia chiaro, professionisti che hanno svolto un lavoro incredibile, mastodontico, nel ricostruire fatti a distanza di decenni.
Fu invece opera di una mirata azione politica demolitrice messa in atto da avversari scorretti con l’aiuto di penne taglienti e leoni da tastiera. Coloro che ripresero anche ed amplificarono a loro piacimento testimonianze di pentiti a dir poco “ballerine”, spesso senza alcun interesse processuale.
Con una ritrovata fiducia accingiamoci quindi a ricordare il 52° anniversario di quei giorni drammatici in cui venne sparso il sangue dai nostri concittadini.