Intercultura: crisi e pandemia non fermano desiderio internazionalizzazione
(DIRE) Roma, 4 Lug. – Aprire la casa al mondo: 3 italiani su 10 si dicono disponibili a vivere un’esperienza interculturale internazionale, accogliendo nella propria casa uno studente straniero (fonte: indagine IPSOS su 997 italiani, promossa da Intercultura – giugno 2022).
Nonostante il difficile momento storico ed economico, il 30% degli intervistati afferma di essere aperto all’idea di ospitare per un periodo – fino a un intero anno scolastico – un adolescente proveniente da uno dei 60 Paesi di tutto il mondo dove Intercultura, associazione di volontariato attiva da oltre 65 anni nel campo degli scambi scolastici, sviluppa i suoi programmi.
Le motivazioni principali che spingerebbero una famiglia ad ospitare sottendono un forte desiderio di apertura, probabilmente dovuto anche alla chiusura forzata – fisica e mentale – che abbiamo vissuto in questi mesi: per il 40% perché è un momento di confronto e scambio culturale, per il 16% per far vivere ai propri figli un’esperienza di scambio reciproco, per il 12% per migliorare la conoscenza di una lingua straniera, per l’11% perché l’esperienza di accoglienza potrebbe essere uno stimolo di crescita per i propri figli.
Interessante la risposta del 15% degli intervistati che ravvisa la possibilità ‘patriottica’ di far conoscere e diffondere la nostra cultura e tradizioni. E in effetti, una maggiore conoscenza dell’Italia e un apprezzamento della nostra cultura si riscontrano decisamente nei ragazzi stranieri di Intercultura che si apprestano a ripartire dall’Italia al termine di un anno o sei mesi inseriti in una famiglia e in una scuola del nostro Paese.
Anche le interviste che Intercultura ha condotto autonomamente in occasione dell’ultimo incontro di formazione confermano questo ‘innamoramento’ per la nostra cultura e il nostro stile di vita. Infatti 2 ragazzi stranieri su 3 (62%) tra i 165 che hanno risposto al questionario interno di Intercultura affermano di voler tornare presto in Italia: il 49% per proseguire gli studi andando in un’università del nostro territorio, il 16% per lavorare e il 13% per trascorrere il ‘gap year’.
Ma che cosa hanno apprezzato di più questi ragazzi del nostro Paese? Prima di tutto la famiglia che li ha ospitati come dei veri e propri figli. Con la ‘mamma’ e il ‘papà’ italiani gli studenti hanno avuto la possibilità, nel corso di tutti questi mesi, di sviluppare una relazione stretta, basata su sentimenti di affetto, confronto e dialogo per crescere insieme, imparare a conoscere una nuova cultura e a relazionarsi con essa.
Della scuola italiana, uno su due afferma che ciò che più ha apprezzato: sono i compagni di classe, il che è un bene perché significa che questi adolescenti provenienti da una terra straniera hanno contribuito a far crescere il germe dell’internazionalizzazione nei loro coetanei italiani; il 9% ha amato in particolare i professori, capaci di seguirli con pazienza e competenza.
Cantanti preferiti? Anche loro sono rimasti stregati dai Maneskin (40%), seguiti da Blanco (13%). Ma non mancano preferenze anche per Gianni Morandi (in passato papà ospitante di uno studente thailandese), Vasco Rossi e per il grande e indimenticabile Fabrizio De Andrè.
E la cucina? Da sempre è il primo strumento di comunicazione tra culture e linguaggi diversi, e in particolare quella italiana è universalmente apprezzata da questi studenti.
Il piatto preferito? Qualsiasi, dall’arancino ai pizzoccheri, dalla pizza alla focaccia fatta in casa, l’importante, in questo virtuale viaggio virtuale gastronomico nella nostra Penisola, è che sia stato cucinato assieme alla propria famiglia ospitante.
Mettersi in gioco non è solo una questione da ragazzi. Con Intercultura anche le famiglie hanno la possibilità di partecipare a uno scambio culturale, un’esperienza che significa confrontarsi con stili di vita, mentalità e culture diverse. In queste settimane i volontari di Intercultura in tutta Italia stanno ricercando e selezionando le famiglie interessate ad accogliere un ragazzo o una ragazza di un altro Paese: sono oltre 500 i giovani che arriveranno in Italia all’inizio dell’anno scolastico.
Le candidature possono essere inviate attraverso questa pagina del sito www.intercultura.it/famiglie. Costruire legami affettivi che durano per tutta la vita e una rete di contatti internazionali che supera le divisioni culturali e aspira al dialogo e alla pace: è questo il senso dei programmi di Intercultura, associazione di volontariato senza scopo di lucro, che ogni anno coinvolge migliaia di studenti, famiglie, scuole e volontari di tutto il mondo in esperienze di scambi interculturali.
I ragazzi, nel corso dei mesi di permanenza in Italia, in una delle 158 città dove Intercultura è presente, riescono a inserirsi perfettamente nel tessuto sociale del nostro territorio e a sviluppare una consapevolezza sulla scuola, la famiglia, la società italiane. Questo soprattutto grazie a un dialogo continuo e aperto con la loro famiglia ospitante, i loro docenti, i loro compagni di scuola e con l’aiuto dei volontari. Un’apertura al mondo, insomma, dove è beneficiario non solo lo studente, ma tutto il tessuto sociale con cui si viene a contatto.
“Mettersi in gioco non è solo una questione riservata ai ragazzi- spiega Andrea Franzoi, segretario generale di Intercultura- anche per una famiglia o una scuola aprire la propria porta a uno studente straniero significa confrontarsi con stili di vita, mentalità e culture diverse. La ricerca di un punto di incontro tra punti di vista, stili di vita e approcci culturali diversi dal proprio, facilitato dai volontari attraverso il ricorso al confronto e al dialogo interculturale, ha un valore profondo e contribuisce al cambiamento della nostra società e alla crescita di nuove generazioni più aperte e internazionali”. (Com/Adi/ Dire) 05:00 04-07-22