L’India ha subito un’ondata di attacchi da parte di elefanti selvatici negli ultimi anni. Un fenomeno preoccupante causato in parte dalla progressiva distruzione del loro habitat naturale
Il primo attacco è avvenuto la scorsa settimana a Raipal, nello stato dell’Odisha, nel nord-est del Paese. Una donna di 70 anni era venuta ad attingere acqua quando l’animale, visibilmente smarrito, ha calpestato l'”intruso” sulla sua strada. Morì poche ore dopo in ospedale per le ferite riportate. Un incontro casuale dalle tragiche conseguenze. Ma la storia non finisce qui. Infatti, la sera stessa, durante il rito funebre del defunto, l’elefante è tornato alla carica.
Ha «sganciato il corpo dal rogo, prima di calpestarlo di nuovo e liberarsene», precisa Liberation. Quindi tornò nella foresta. Il funerale ha potuto riprendere poche ore dopo, nonostante questo doppio trauma subito dai parenti in lutto. Sfortunatamente, questo non è un “incidente” isolato.
L’India ospita oltre 27.000 elefanti selvatici sul suo territorio. Una cifra di gran lunga la più alta in Asia. Tuttavia, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la massiccia deforestazione del secondo paese più popoloso del mondo avvicina pericolosamente questi esemplari alle popolazioni umane.
La progressiva distruzione del loro habitat li spinge a cercare cibo al di fuori del loro ambiente natale e delle aree protette, sia in prossimità di fattorie che di piantagioni. Secondo le autorità indiane, tra il 2014 e il 2021 gli attacchi di elefanti selvatici hanno provocato più di 3mila vittime, di cui un gran numero nello stato di Odisha, dove negli ultimi mesi sono già stati registrati circa 40 morti. Allo stesso tempo, i pachidermi vaganti causano regolarmente notevoli danni alle colture e vengono spesso uccisi per rappresaglia dai proprietari lesi. (foto di repertorio)
c.s. Giovanni D’Agata