Embargo al petrolio russo annunciato ed il prezzo del carburante è tornato a salire in tutta Italia e non solo. Certo nel nostro Paese l’aumento è più consistente (già gli italiani erano tra gli europei che pagavano il fuel di più). Oggi se non interviene il Governo Draghi in maniera repentina si rischia un altro salasso per le famiglie, entro l’8 Luglio perchè è sino a quel giorno che ci sarà il taglio delle accise precedentemente deciso.
Già ieri la benzina verde in modalità self è arrivata a toccare 1,914 euro/litro ed il diesel 1,831 euro/litro. I rincari, secondo Federconsumatori, si traducono in un aggravio di 264 euro per una famiglia. Se questa fa soli due pieni da 50 litri in un mese. Ma d’Estate lo si sa ci si muove di più per cui il danno agli italiani sarà molto maggiore. Attualmente l’esecutivo Draghi esclude lo scostamento di bilancio. Ancora il sesto pacchetto di sanzioni economiche alla Russia annunciato dall’UE non è entrato in “funzione”. La situazione economica peggiorerà notevolmente come lascia intendere anche l’analisi di qualche giorno fa del CEO di JP Morgan, la banca d’affari americana più importante del mondo. L’aumento del petrolio incide anche sul trasporto delle merci, degli alimenti, dei viaggi, insomma su tutto e l’inflazione ne scandisce i tempi.
In Italia la maggioranza della popolazione non vuole partecipare in maniera militare ed attiva alla guerra in Ucraina ma il Governo Draghi compatto (al momento) continua per la sua strada allineato con l’Unione Europea che è totalmente succube della politica estera americana.
Fabrizio Pace