Enzo Dattolo, neo presidente di Federsolidarietà Calabria: “Nel nostro mondo l’io incontra il tu ed insieme si diventa un noi. Pertanto ci siamo rimboccati le maniche e, con immensi sacrifici personali ed economici, tutti indistintamente, abbiamo retto il sistema del welfare calabrese durante questi due anni complicati di Pandemia”.
Un luogo simbolico come la Sala Sintonia di Progetto Sud a Lamezia per dare il via a un nuovo corso di Federsolidarietà Calabria, federazione di Confcooperative dedicata alle cooperative sociali, da sempre colonna portante del Welfare nella nostra regione, così come in tutto il Paese. L’Assemblea Congiunta tra Federsolidarietà e Federazione Sanità ha voluto dare subito un segnale alle associate e alla politica regionale: in questo momento storico il sociale, l’assistenza sanitaria, il welfare nel suo senso più ampio e complesso, devono camminare fianco a fianco; insieme per garantire servizi ai calabresi, soprattutto, nei territori più marginalizzati e alle persone che hanno maggiore bisogno.
In questa direzione vanno anche le parole dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria, Tilde Minasi che ha partecipato alla parte pubblica dell’assemblea: “Quello delle cooperative sociali è un lavoro prezioso, di occhio vigile sui territori, capace di fornire input utili sui quali costruire percorsi positivi e propositivi. La Regione Calabria vuole sostenere la crescita economica della regione, e in quest’ottica, le imprese sociali e le organizzazioni del Terzo Settore possono rappresentare una grande risorsa, soprattutto in questa delicata fase storica.”
A far comprendere la fragilità e al contempo la grande forza del tessuto della cooperazione sociale in Calabria ci pensa il presidente uscente di Federsolidarietà Calabria, Pippo Peri, che nel suo discorso di apertura dei lavori assembleari, ripercorre tutte le difficoltà e le tappe che la cooperazione ha percorso negli ultimi 4 anni, con uno sguardo particolare sugli ultimi due di Pandemia che hanno messo a dura prova tutto il comparto. Un passaggio chiave delle sue parole spiega bene la resilienza della cooperazione rispetto ad altre forme di impresa: “Noi cooperatrici e cooperatori, come nel periodo della crisi economica, abbiamo retto meglio all’urto della Pandemia proprio per la nostra naturale attitudine alla collaborazione, alla condivisione delle buone pratiche, al non voler lasciare indietro nessuno, con la convinzione ancora più forte che solo cooperando si possono trovare le soluzioni.” Le sfide per il futuro però non mancano, come sottolinea Stefano Granata presidente nazionale di Federsolidarietà: “Abbiamo vissuto un susseguirsi di fasi di innovazione succedute da fasi altrettanto importanti di imitazione e diffusione. Grazie alla rete ed ai legami che uniscono il mondo della cooperazione sociale, abbiamo contribuito a far avanzare in modo decisivo le politiche di welfare (e di sviluppo territoriale). Ma i prossimi quattro anni ci consegnano una rinnovata e complessa sfida, in cui dovremo necessariamente essere protagonisti: saranno ridisegnati i servizi “del nostro mondo”, con la prospettiva concreta di renderli più stabili e duraturi, ma anche con il pericolo che possano essere messi in difficoltà da orientamenti troppo incentrati sulla dimensione pubblica e sul centralismo, mortificando la sussidiarietà. Pertanto, non possiamo che accogliere questa sfida , organizzandoci al massimo delle nostre possibilità. Solo così sarà possibile indirizzare il futuro, producendo risultati utili alle nostre aderenti e alle comunità cui offriamo servizi.”
Dopo l’espletamento delle formalità di rito per l’elezione dei nuovi organi della Federazione, è stato eletto per acclamazione Enzo Dattolo, cooperatore della provincia di Reggio Calabria, come Presidente di Federazione. Alla fine dei lavori il neo-presidente ha voluto mettere in evidenza quali saranno i cardini del suo mandato per i prossimi quattro anni: “Le proiezioni per il futuro prevedono un incremento della popolazione anziana e maggiori esigenze da parte delle persone più fragili che, non trovando risposte all’interno della famiglia, tendono a rivolgere il proprio bisogno all’esterno delle stesse e, quindi, a far confluire tali esigenze verso gli organi più prossimi della pubblica amministrazione e del sociale locale. Le sfide sono immani e necessitano di una risposta ferma, tempestiva e solidale. L’aumento dei costi dei beni essenziali, a cui si aggiunge l’inflazione generalizzata, hanno prodotto e producono grande preoccupazione non solo per il presente, ma ancor di più per i prossimi mesi autunnali ed invernali.
Solo l’interazione forte tra pubblico e terzo settore può porre in essere quelle strategie da cui avviare quelle iniziative che possono portare a risvolti positivi sia in campo economico che sociale. Solo rafforzando tale legame costruttivo possiamo sperare di riuscire a dare risposte, a superare le difficoltà, a conseguire gli obiettivi che ci prefiggiamo, e rompere il falso ed illusorio protagonismo di quell’io che afferma “io ci sono quasi riuscito”. Non si cresce da soli, si diventa davvero protagonisti della storia, della nostra storia e del nostro tempo, solamente quando finalmente potremmo affermare convintamente che NOI, insieme, ci siamo riusciti.”