(DIRE) Roma, 17 Mag. – Violenti scontri a fuoco tra fazioni armate rivali si sono registrati a partire dalla tarda serata di ieri a Tripoli, sintomo di quelle fratture politiche e tensioni violente che agitano il paese dal 2011. A scatenare gli incidenti, l’ingresso nella capitale di Fathi Bashagha, il primo ministro del parlamento di Tobruk, che è giunto con i ministri del gabinetto da lui scelto per prendere le funzioni nel governo di Tripoli. Tuttavia, la resistenza opposta dalle fazioni che sostengono il governo di Abdul Hamid Ddedeiba lo hanno costretto alla ritirata.
Bashaga, ex ministro degli Interni e responsabile della sicurezza durante l’attacco del generale Khalifa Haftar contro la Tripolitania nel 2019, puntava infatti a prendere l’incarico al posto del primo ministro Abdul Hamid Ddedeiba. Quest’ultimo rifiutò di dimettersi dopo che saltarono le elezioni dello scorso 24 dicembre, appuntamento fissato nell’ambito della road map delle Nazioni Unite per stabilizzare il Paese. Ciò ha dato inizio a tensioni con Tobruk: i parlamentari, persuasi che il mandato di Ddedeiba fosse scaduto, hanno nominato Bashaga alla guida di un governo ad interim per guidare la Libia verso la nuova data elettorale prevista per giugno. Ma Ddedeiba ha opposto resistenze, sostenendo che lascerà l’incarico soltanto a un esecutivo eletto tramite regolari elezioni.
Come riferisce la testata Libya Observe, ieri sera, subito dopo il suo ingresso nella capitale libica, riferisce che Bashagha ha diffuso un video messaggio in cui assicurava di aver “ricevuto un caloroso benvenuto” da parte della popolazione, e che i suoi ministri si erano già diretti verso il palazzo del governo “per prendere in consegna le sedi istituzionali”. Libya Observer sostiene che Bashagha sia entrato col sostegno della brigata armata Nawasi, ma che tuttavia altre milizie locali siano riuscite a respingere l’avanzata costringendolo a lasciare Tripoli. Un miliziano della Nawasi avrebbe perso la vita. L’inviata speciale delle Nazioni Unite per la Libia Stephanie Williams in un tweet ha invocato la calma: “Il conflitto non può essere risolto con la violenza, ma con il dialogo e la mediazione. L’Onu è pronto ad aiutare la Libia a trovare una via trasparente e consensuale verso la stabilità e le elezioni”.
(Alf/ Dire) 11:11 17-05-22