Un settantenne di Bangkok, ha finalmente autorizzato a cremare il corpo della moglie alla fine di aprile dopo aver trascorso 21 anni accanto al suo cadavere
Quando sua moglie morì nel 2001 per un aneurisma cerebrale, C.J. fu devastato dal dolore. Incapace di piangere, ha imbalsamato il corpo della defunta e lo ha tenuto in una bara a casa sua. La coppia viveva con i figli, che entrambi si trasferirono, disapprovando la scelta del padre.
Per 21 anni, quest’uomo thailandese ha nascosto così un morboso segreto: tenere il cadavere di sua moglie all’interno di una bara nella sua casa. Per tutto quel periodo, questo marito devoto ha dormito accanto alla bara dove era custodito il suo corpo, parlando con lei come se fosse ancora viva. L’ex medico militare di 72 anni, C.J., 72 anni, ha detto di aver tenuto il suo corpo intorno semplicemente perché la amava moltissimo. Dopo due decenni di dolore, C.J. ha accettato la cremazione.
E tutto per una ragione molto pratica: era preoccupato che sarebbe morto prima che sua moglie potesse ricevere un vero e proprio corteo funebre. Non si sa come il suo corpo fosse stato conservato in tutti quegli anni. Il 30 aprile, la Phet Kasem Bangkok Foundation ha pubblicato su Facebook che C. aveva contattato l’organizzazione in cerca di aiuto per quanto riguarda la cremazione di sua moglie. Mentre il personale della fondazione rimuoveva il suo corpo dalla sua casa, si sentiva C. pronunciare “Mi manchi ancora ogni minuto e il mio amore per te non è cambiato”. Il giorno del funerale, C. è stato visto singhiozzare su Facebook Live mentre salutava la sua partner. L’avvocato thailandese N.K., che aveva parlato con C. all’inizio di questa settimana, ha affermato che è un uomo ben istruito con più lauree a suo nome.
Laureato alla Facoltà di Farmacia dell’Università Chulalongkorn, divenne medico nell’esercito reale tailandese mentre sua moglie era un funzionario del Ministero della Salute Pubblica. L’uomo ha anche una laurea in giurisprudenza presso la Ramkhamhaeng Open University, ha detto N. Il vedovo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, avendo precedentemente dichiarato la morte, non dovrebbe essere oggetto di procedimenti giudiziari.
c.s. Giovanni D’Agata