Bruxelles, 10 Maggio 2022. Si è appena conclusa a Bruxelles nella sede della CNA, la tavola rotonda “Strategia Europea per il Tessile Sostenibile: quali opportunità e quali sfide per le Micro PMI italiane” organizzata da CNA Bruxelles per presentare alle istituzioni europee la posizione di CNA FEDERMODA
La mattinata si è aperta con i saluti di Marco Landi, Presidente Nazionale CNA Federmoda che, ringraziando i partecipanti presenti e quelli in video collegamento, ha ricordato l’importanza di questi momenti di confronto in sede europea in particolare per il settore moda che è un settore strategico non solo per l’Italia, ma per la stessa Unione Europea che ha anche evidenziato come oggi il vero lusso si trovi nell’artigianato ben fatto e sostenibile. “Il made in Italy è oggi e sarà nel futuro un esempio di sostenibilità – ha dichiarato Marco Landi – avendo insiti valori e competenze che si basano sulla creatività e maestria nell’uso delle mani. Nell’evoluzione di modelli sociali di tutela del lavoro e dell’ambiente, nel percorso che ci ha condotto alla raccolta differenziata e riutilizzo creativo di scarti, nella storia di distretti che storicamente si sono dedicati al riciclo di abiti usati”.
Antonio Franceschini, Responsabile Nazionale CNA Federmoda è poi intervenuto presentando la posizione e la reazione alla comunicazione della Commissione europea sulla Strategia ribandendo l’impegno continuo che da tempo CNA Federmoda porta avanti per sostenere politiche dedicate alla sostenibilità del settore moda. “Come CNA Federmoda vediamo con favore l’iniziativa della Commissione Europea dedicata ad una “Strategia dell’UE per prodotti tessili sostenibili e circolari” – ha esordito Antonio Franceschini – ed evidenziamo l’essenzialità di un coinvolgimento reale delle piccole realtà imprenditoriali del settore tessile che forniscono un contributo rilevante in termini di numero di imprese, addetti, fatturato e valore aggiunto”. Tra gli altri passaggi del suo intervento inoltre Franceschini ha dichiarato: “Le nuove priorità imposte dall’Agenda 2030, e dal Green Deal, in primis la sostenibilità ambientale e sociale, suggeriscono una maggiore attenzione al mercato europeo, puntando a rinnovarne l’attrattività per i giovani e le nuove generazioni. L’accelerazione sul fronte digitale e sulla sfida ambientale richiede il coinvolgimento dei giovani talenti per favorire l’innovazione tecnologica e manageriale nel contesto di un rinnovato sistema di riferimenti economici e culturali. In generale, se si vogliono politiche utili e azioni concrete per ripristinare/mantenere la produzione nell’UE, sono evidenti i problemi legati al decentramento produttivo di fronte a scenari di crisi come pandemie e guerre, come un aumento dei costi di trasporto e comunque difficoltà di approvvigionamento”. “I problemi emergono in gran parte nella mancata redistribuzione del valore aggiunto alle aziende che operano nell’intera filiera: in particolare, le PMI che operano conto terzi o in subfornitura soffrono di uno sbilanciamento del potere negoziale a vantaggio del cliente” ha ancora esplicitato Franceschini.
Prima dell’apertura della tavola rotonda l’Ambasciatore d’Italia in Belgio, FRANCESCO GENUARDI, ha evidenziato l’importanza del settore moda, comparto strategico della manifattura nazionale, quale espressione del Made in Italy, e strumento strategico del soft power italiano. “Le nostre maestranze artigianali rappresentano l’eccellenza italiana, sono all’avanguardia nel mondo di tutta l’economia della moda e sono prese come modello da tutti i Paesi. Il nostro Governo, anche con il Piano di rilancio e resilienza, si è dato dei nuovi obiettivi “green” che costituiranno una sfida per le piccole e medie imprese del settore moda, ma anche un’opportunità: grazie alle caratteristiche di innovazione e creatività che le contraddistinguono, le nostre imprese saranno senz’altro capaci avviare un percorso che le condurrà verso un ecosistema più sostenibile che possa porsi come modello cui gli altri Paesi potranno ispirarsi. D’altronde, l’Italia si trova nelle primissime posizioni delle classifiche europee relative all’economia circolare”.
Si è poi aperta la discussione tra i partecipanti alla tavola rotonda moderata da ELISA VITELLA, Responsabile di CNA Bruxelles, che ha passando la parola alle rappresentanti della Commissione europea ha sottolineato come la CNA accolga con favore il “percorso di transizione per un ecosistema tessile resiliente, innovativo, sostenibile e digitale”, ma che per raggiungere gli obiettivi prefissati dovrà tener conto delle piccole realtà imprenditoriali del settore tessile che forniscono un contributo rilevante in termini di numero di imprese, addetti, fatturato e valore aggiunto. Questo sarà il messaggio che CNA porterà dei diversi step consultivi.
PAOLA MIGLIORINI, Capo unità aggiunto della DG ENV e Responsabile della Circular Economy, Sustainable Production & Consumption” ha evidenziato le opportunità che la strategia presentata dalla Commissione europea può offrire anche in termini di occupazione per il settore, nonché “la necessità di fornire misure di supporto a filiere di valore globale sostenibili”.
Il Direttore Ecosistema II “Turismo e prossimità” della DG GROW, VALENTINA SUPERTI ha sottolineato come “la strategia, relativamente al tema ambientale, punti allo sviluppo di prodotti durevoli, riparabili e riciclabili”.
Diversi gli Europarlamentari presenti che saranno impegnati nella prossima relazione di iniziativa della Commissione ENVI del Parlamento europeo, SIMONA BONAFE’ – PD-S&D ha sostenuto come “la strategia proposta dalla Commissione vada nella direzione giusta, ma occorre correggere i fondamentali affinché le specificità dell’Italia siano prese in considerazione”. In particolare, la centralità del settore tessile nel sistema economico italiano e la sua composizione fatta principalmente di micro imprese e imprese a gestione familiare che molto spesso hanno difficoltà ad andare incontro a nuove regolamentazioni.
Anche LAURA FERRARA – Mov5S – ha accolto con favore la strategia presentata dalla Commissione evidenziando, al contempo, che “diverse misure necessitano di consultazioni specifiche per capire gli impatti che le nuove regole avranno sulle micro-PMI del settore, nonché misure strategiche di sostegno a loro dedicate”.
PIETRO FIOCCHI – Fratelli d’Italia – ECR ha ribadito come una delle “specificità del settore italiano sia proprio quella di essere composto da micro imprese. Tale aspetto risulta estremamente importante e dovrà essere tenuto in considerazione nella definizione di nuove regole”.
Infine, SILVIA SARDONE – Lega – ID ha ricordato come il settore viva estreme difficoltà a causa della pandemia e dell’attuale crisi internazionale. Per questo occorre “fornire alle imprese linee guida e un reale accesso ai finanziamenti, nonché alle ultime tecnologie”.
A completare le reazioni istituzionali, TIBERIO SCHMIDLIN – Attaché – Coordinamento settore Ambiente e Clima – RPUE Italiana che, assicurando come le circostanze particolari degli operatori saranno
tenute in considerazione nel lavoro che il governo porterà avanti in seno al Consiglio, ha sottolineato come sia “positivo l’approccio metodologico del percorso di transizione condivisa impostato dalla Commissione, che offre la possibilità a tutti di avere un ruolo nella definizione degli interventi europei e consentirà di assicurare che la strategia non sia rivolta solo alle grandi realtà, ma soprattutto alle micro e piccole imprese”.
Nelle battute di chiusura BARBARA GATTO – Responsabile Dipartimento Politiche Ambientali – CNA Nazionale ha ribadito ulteriormente che una PMI non è una grande impresa. Di conseguenza, non è auspicabile la rimodulazione di misure, orientamenti e strategie costruite per le grandi imprese, facendole ricadere attraverso un processo top-down sulle imprese meno strutturate. Infine, CLAUDIO CAPPELLINI – Responsabile Ufficio Politiche Comunitarie CNA Nazionale – riportando la riflessione sul tema a livello internazionale ha evidenziato come le strategie per la globalizzazione e internazionalizzazione, il decentramento produttivo e le dipendenze dei nostri mercati da fonti esterne dovranno essere oggetto di politiche europee di ampio respiro su cui le istituzioni europee presenti dovranno impegnarsi per superare anche l’attuale crisi.