Dopo che il Presidente Zelensky, ieri aveva manifestato segni di apertura verso il dialogo con i russi, auspicando un riconoscimento formale della Crimea a Mosca (territorio che tra l’altro è già considerato dal Cremlino parte della Federazione Russa), l’Alleanza Atlantica, per voce del suo Segretario Generale Stoltenberg, ha dichiarato che: “La NATO non accetterà mai l’annessione della Crimea“. La possibilità di ri-attivare le trattative per giungere alla pace si allontanano nuovamente. Anzi Stoltenberg prevede una guerra lunga, con una vittoria dell’Ucraina grazie agli aiuti forniti dai 30 paesi che ad oggi costituiscono l’Alleanza. Insomma anche se nessuno parla di un’escalation del conflitto in realtà è possibile che si arrivi a conseguenze drammatiche.
Ma la politica internazionale terrà conto del volere dei popoli? In base ai sondaggi, effettuati tra la gente comune, non solo in Italia, nessuno vuole che questo conflitto “regionale” si allarghi e divenga Mondiale (anche se già in maniera indiretta lo è). Eppure dopo oltre 70 giorni combattimento e migliaia di militari, civili ed innocenti morti pare che ci sia qualcuno che ancora voglia fare delle questioni di “principio”. Ragionamenti di concetto che però non ha mai attuato in guerre e conflitti che si combattono ad altre latitudini (circa 160 oggi in tutto il mondo). A chi “giova” che la guerra continui con l’ansia ed il terrore che un incidente militare casuale o provocato possa determinare un’entrata in guerra diretta della NATO?
L’attuale conflitto, oltre alle vittime dirette, provocherà una molteplicità di morti causati dalle crisi economiche che ha già generato. I paesi della regione del Corno d’Africa, per esempio, saranno tra quelli più colpiti, si prevedono 41 milioni di persone alla fame. Verso dove si dirigeranno coloro che riusciranno a sopravvivere? Questa nuova grande carestia e la conseguente migrazione umana, chi la dovrà gestire? Come al solito l’Europa che è già segnata dalla pandemia Covid-19 e dalla crisi energetica derivante dalle sanzioni alla Russia. I Paesi aderenti alla NATO, è ormai chiaro a tutti, non hanno stessi rischi e stesse ricadute economiche e sociali dipendenti dal conflitto in Ucraina.
Ma gli USA? Che faranno? Come aiuteranno? Come? Vendendoci altre merci a prezzo quasi doppio, come nel caso del gas liquido, la cui estrazione pone anche non pochi problemi di dissesto ambientale? Gli Statas hanno già grossi problemi economici in casa per l’inflazione e Biden, (il Presidente più votato per corrispondenza) è al minimo storico di consensi anche per la pessima gestione dei migranti bloccati al confine col Messico. Per non parlare del solito dilagare delle armi nelle strade, un problema che “appassionava” i tg solo durante la governace Trump o della condizione sociale degli afroamericani, le proteste del movimento Black Lives Matter non prendono più le prime pagine come durante le presidenziali.
Occorre un movimento pacifista interconnesso e di carattere internazionale che metta i politici di fronte alle loro responsabilità di fronte alla realtà sociale ed economica, che faccia loro ascoltare la voce delle piazze, delle strade insomma dell’uomo comune. Magari con l’aiuto del Santo Padre. La gente non vuole la guerra! Soprattutto gli EUROPEI non la vogliono!!
Fabrizio Pace