Zelensky, non si ferma, dopo oltre 50 giorni di conflitto, continua a chiedere incessanti aiuti per non solo resistere all’invasione russa ma per vincere questa guerra. Ormai totalmente spalleggiato dagli USA e dalla Gran Bretagna evidentemente ha cambiato modo di porsi sia nei confronti del suo aggressore che dei paesi dell’Unione Europea che non condividono a pieno le sue parole.
Ed infatti si dice deluso e critico verso il Presidente della Francia, Macron ed il collega tedesco che non hanno condiviso l’utilizzo della parola genocidio per descrivere la situazione in Ucraina. Una vicenda di guerra drammatica ed orribile che però necessità adeguate indagini ed approfondimenti. Parola utilizzata invece con fermezza da Biden che però non ha mai pronunciato il temine pace e da tempo non lo si sente auspicare un negoziato.
Macron, che adesso più che mai, deve tener conto dell’opinione pubblica francese, in quanto sotto elezioni, ha dichiarato: “Non sono sicuro che l’escalation delle parole serva alla pace“. Quindi due dei più importanti paesi europei si discostano dalla narrazione di Washington in relazione alle uccisioni in Ucraina. E l’Italia? Paese cofondatore della UE?
Il Governo Draghi che deteneva il 90% dell’emiciclo parlamentare pare appiattito totalmente alla line USA nelle questioni militari ed occupato essenzialmente a gestire il danno energetico\economico derivante dalla posizione politica “scelta”. In ogni caso Zelensky avrebbe dovuto pensare che armando dei civili era ampiamente prevedibile che molti di questi rimanessero vittime.
Fabrizio Pace