Presentato il nuovo testo di legge sulla professione di Guida Turistica presso la X Commissione del Senato
In un tempo di grandi affanni e cambiamenti repentini che stravolgono il mondo del turismo anche il comparto delle guide turistiche non viene risparmiato, anzi, è particolarmente sollecitato da questa nuova legge – ancora in fase di discussione ed approvazione – che potrebbe cambiare radicalmente la natura stessa della professione così come è stata fino ad oggi concepita.
La guida turistica, spesso l’anima parlante di un viaggio, il super esperto territoriale di un pacchetto turistico, il grande conoscitore di usi e costumi delle nostre città o delle nostre regioni, con la nuova riforma, potrebbe diventare un soggetto abilitato a operare in un territorio molto ampio, assumendo il ruolo di guida turistica nazionale.
Ciò sarebbe sancito da una legge dello Stato, come dicevamo ancora in discussione, promossa dal Ministro del Turismo Garavaglia, che recepisce la direttiva Bolkestein (direttiva 2006/123/CE) da cui discende il principio di validità nazionale delle abilitazioni di Guida e sulla quale il Ministro intende incardinare la legge. Va sottolineato, però, che differentemente da altri mestieri le guide turistiche non rientrano nella categoria di beni e servizi, ma in quella delle professioni intellettuali (art. 2229 del codice civile) e sono state – pertanto – erroneamente inserite nella direttiva del 2006. Perfino lo stesso Bolkestein lo ha riconosciuto, in più di un’occasione, come errore scaturito dalla confusione tra le professioni di Guida Turistica ed Accompagnatore Turistico che – come sappiamo – sono due mestieri totalmente differenti.
Di conseguenza, la nuova proposta di legge si basa sul principio di validità dell’abilitazione su tutto il territorio nazionale, nonostante sia chiaro che la competenza della guida turistica è strettamente legata al territorio e ciò ne rappresenta la vera essenza. Questo progetto di legge, invece, pare voler affermare un modello di guida turistica dalla competenza generale, estesa a un territorio e a un patrimonio culturale immenso, come lo è quello italiano. La domanda sorge spontanea: chi vuole tutto ciò? Non sarebbe stato meglio una competenza su scala regionale senza snaturare la qualità della professione stessa? Ciò, probabilmente, tutelerebbe i fruitori dei servizi turistici che avrebbero – sicuramente – un’illustrazione del patrimonio italiano corretto, soprattutto, approfondito e particolareggiato come solo una guida turistica può e sa fare. Ci rimane, dunque, l’augurio di veder emendata la legge nel modo migliore possibile.
Giovanni Giordano
Presidente Confapi Turismo Calabria