07.30 – Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, continua il pressing sui “colleghi” europei ed internazionali in relazione alle sanzioni economiche varate contro il governo del Cremlino.
Siamo al quinto pacchetto di restrizioni che molteplici stati nel mondo mettono in atto contro la Russia.
Ma per Zelensky anche le nuove sanzioni occidentali contro Mosca “non sono abbastanza”. Questa la sua ultima dichiarazione ufficiale all’indomani della strage di Bucha, una vicenda triste, drammatica ed atroce tutta da chiarire con rimpalli di responsabilità tra Mosca e Kiev. Sempre secondo il parere di Zelensky bisogna escludere completamente le banche russe dal sistema finanziario internazionale ed occorre inoltre “insistere per l’embargo sull’esportazione del petrolio russo”.
Il Presidente ucraino sembra avere le idee chiare, ci si domanda il perchè non le avesse espresse anche molto tempo prima, sarebbe utile capire queste sue strategie di contrasto macroeconomico su quali cognizioni siano fondate e soprattutto da dove “arrivino”. Per la guerra in Ucraina qualcuno chiede da incriminare Putin presso il tribunale dell’AJA ma è solo propaganda in quanto quell’istituzione non è riconosciuta universalmente (i paesi che aderiscono allo Statuto di Roma sono 123 ad Ottobre 2017). Altri 32 paesi hanno firmato ma non ratificato il trattato. Fra questi, Israele, Russia, Stati Uniti e Sudan hanno dichiarato di non avere intenzione di ratificarlo oltre alla Cina ed alla stessa Ucraina la cui posizione non è ancora al riguardo ben definita).
Di cosa parliamo quindi?
Alla domanda l’Ucraina ha la possibilità di vincere la guerra militare contro la Russia, John Kirby, portavoce del Dipartimento della Difesa USA ha risposto: “Certo che possono vincerla. La prova è negli esiti che state vedendo ogni giorno”. Sembre in base a quanto riferisce il funzionario americano, le truppe russe si sarebbero “completamente ritirate” dalle zone di Kiev e Chernihiv. Dal Pentagono hanno anche aggiunto che un gruppo di soldati ucraini è stato addestrato negli USA all’uso dei droni killer Switchblade forniti a Kiev.
Questa non è assolutamente la direzione che porterà alla risoluzione del conflitto, l’inasprimento dei toni, le seppur comprensibili maggiori e pressanti richieste alla comunità internazionali alcune delle quali però irragionevoli dovrebbero lasciare il posto alla diplomazia. Quest’ultima, pare sia ancora una volta messa da parte, tanto che dei negoziati in Turchia si parla già molto poco… A chi fa comodo che tutto ciò continui? E’ uno dei quesiti che anche il comune cittadino italiano ormai si pone e a cui si è anche dato una sua risposta…. Chi è Zelensky da dove viene?
Certo è, che quell’uomo della strada non vuole partecipare attivamente ad una guerra che lo sta già impoverendo non poco e per la quale il suo Paese sta facendo già la sua parte abbondantemente.
Certo è anche, che chi sta pagando il prezzo più alto è indubbiamente il popolo ucraino a cui va il massimo rispetto e la massima solidarietà.
Fabrizio Pace