Covid. Cartabellota (Gimbe): da tre settimane circa 70.000 casi al giorno

(DIRE) Roma, 5 Apr. – “Da ormai tre settimane la curva dei nuovi contagi si mantiene sostanzialmente in una fase di plateau intorno a 70mila casi al giorno, quindi circa 500mila a settimana. Ci sono stati sostanzialmente grandi aumenti dell’incidenza del virus in regioni piccole quali l’Umbria, la Puglia e la Basilicata, regioni in cui le terapie intensive sono rimaste sostanzialmente fuori da ogni preoccupazione, mentre l’area medica è stata un po’ più messa sotto pressione”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabelotta, ospite di ‘Omnibus’, contenitore di La7. “Comunque- ha precisato- oggi l’Umbria ha un tasso di occupazione del 40%, valori da ex zona rossa. In tre settimane, dal 12 marzo al 3 aprile, i posti letto occupati in area medica sono aumentati di 2mila unità. Questo significa che quando la circolazione del virus aumenta in maniera importante all’interno di un territorio, inevitabilmente vediamo un rimbalzo all’interno degli ospedali”.

“Fortunatamente- ha proseguito Cartabellotta- l’impatto sulle terapie intensive è minimale, perchè verosimilmente l’impatto sulla malattia grave, in particolare in fasce d’età non particolarmente anziane il virus sostanzialmente non ha più grande potere grazie alla copertura vaccinale. Invece per quello che riguarda l’area medica ha un impatto maggiore sicuramente perchè colpisce persone anziane e pluripatologiche, che inevitabilmente finiscono in ospedale dove il virus rappresenta un po’ una sorta di comorbidità”. “L’altro problema- ha sottolineato il presidente della Fondazione Gimbe- è quello dei decessi, che non accennano a scendere rispetto a questo plateau che si è collocato attorno ai 150 al giorno”. “Oggi fortunatamente- ha concluso- nelle grandi regioni del nord come Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna abbiamo avuto sostanzialmente un’incidenza nelle ultime settimane che si è mantenuta attorno a 500-600 per 100mila abitanti. Tenendo conto che l’Umbria è arrivata a 1.600 è evidente che se ci dovesse essere un’aumentata circolazione del virus in queste regioni, dove abitano 20 milioni di persone, la situazione sarebbe molto diversa. Dobbiamo avere ottimismo e prudenza”. (Fde/ Dire) 12:27 05-04-22

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