Debito/PIL al 5,5% nel 2021, 3,1% nel 2022
(DIRE) Roma, 24 Mar. – “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia avrà un impatto rilevante sull’attività economica e sull’inflazione, attraverso il rincaro dell’energia e delle materie prime, le turbative del commercio internazionale e il peggioramento del clima di fiducia. L’entità di tali effetti dipenderà dall’evoluzione del conflitto, dall’impatto delle sanzioni attuali e da eventuali ulteriori misure”. Così la BCE nel bollettino economico.
“Nello scenario di base delle proiezioni macroeconomiche formulate a Marzo 2022 dagli esperti della BCE, che incorporano una prima valutazione delle implicazioni della guerra in Ucraina, la crescita del PIL è stata rivista al ribasso per il breve termine a causa del conflitto”.
“L’impatto della guerra va valutato alla luce delle solide condizioni di fondo dell’economia dell’area dell’Euro, che beneficia dell’ingente sostegno delle politiche economiche. La ripresa dell’economia è agevolata dal graduale dissolversi dell’impatto della variante Omicron del Coronavirus (Covid-19). Le strozzature dal lato dell’offerta hanno mostrato segnali di attenuazione, mentre il mercato del lavoro è migliorato ulteriormente”.
“L’inflazione ha continuato a rivelarsi superiore alle attese per via dei costi dell’energia inaspettatamente elevati. I rincari sono inoltre divenuti più generalizzati. Lo scenario di base delineato per l’inflazione nelle nuove proiezioni degli esperti ha subito una significativa revisione al rialzo. Le aspettative di inflazione a più lungo termine desunte da una serie di misure si sono riancorate all’obiettivo di inflazione della BCE. Il Consiglio direttivo considera sempre più probabile che l’inflazione si stabilizzi sull’obiettivo del 2% nel medio periodo”. Inoltre “In tutti gli scenari, l’inflazione dovrebbe comunque diminuire progressivamente e collocarsi su livelli prossimi all’obiettivo di inflazione del 2% nel 2024”, aggiunge la BCE.
“A causa delle ripercussioni economiche del conflitto e della graduale riduzione delle misure di stimolo, le proiezioni sulla crescita mondiale sono state riviste al ribasso, in particolare per il 2022 e il 2023, rispetto all’esercizio di dicembre. Secondo le stime, il PIL mondiale in termini reali (esclusa l’area dell’euro) sarebbe cresciuto del 6,3 per cento nel 2021; stando alle proiezioni, il ritmo di crescita dovrebbe ridursi al 4,1 per cento nel 2022 e al 3,6 per cento sia nel 2023 che nel 2024”.
Secondo le proiezioni macroeconomiche formulate a Marzo 2022 dagli esperti della BCE, il saldo di bilancio delle amministrazioni pubbliche nell’area dell’euro continua a migliorare dopo i disavanzi molto elevati raggiunti in conseguenza della crisi causata dal coronavirus. I rischi per questo scenario di base, tuttavia, sono considerevoli e sempre più orientati verso maggiori disavanzi di bilancio, principalmente per via della guerra in Ucraina. Secondo lo scenario di base, il rapporto fra disavanzo delle amministrazioni pubbliche e PIL sarebbe sceso al 5,5 per cento nel 2021, dal livello massimo del 7,2 per cento toccato nel 2020. Stando alle proiezioni, esso dovrebbe diminuire ulteriormente fino al 3,1 per cento nel 2022 e al 2 per cento entro la fine dell’orizzonte di previsione”.
“Per il 2022 ci si attende una crescita dell’area dell’euro ancora robusta, anche se il suo ritmo sarà più lento rispetto a quanto previsto prima dello scoppio della guerra. Le proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti a marzo prevedono una crescita annua del PIL in termini reali pari al 5,4 per cento nel 2021, al 3,7 nel 2022, al 2,8 nel 2023 e all’1,6 nel 2024. Rispetto all’esercizio di dicembre, le prospettive sono state riviste al ribasso per il 2022 e il 2023. Tale revisione si basa sull’ipotesi che le attuali turbative all’offerta di energia e le ripercussioni negative della guerra sul clima di fiducia siano temporanee e che le catene di approvvigionamento mondiali non siano significativamente compromesse”. Conclude la BCE nel bollettino economico. (Vid/ Dire) 10:05 24-03-22