Importante operazione di servizio portata a termine dalla Guardia di Finanza di Prato. Al centro dell’attenzione del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, il fenomeno dell’approvvigionamento illecito delle materie prime utilizzate da imprese cinesi che operano nel settore delle confezioni, in particolare nell’area del Macrolotto. L’indebito accaparramento di tessuti, in effetti, oltre a costituire il principale presupposto di altri gravi fenomeni illeciti – tra cui l’evasione fiscale e contributiva, lo sfruttamento del lavoro, la contraffazione ed il riciclaggio dei proventi illeciti – consente alle imprese che se ne avvalgono di imporsi sul mercato con prezzi assolutamente concorrenziali, impraticabili per gli operatori che rispettano le regole.
Il servizio è scaturito da una mirata attività di analisi, eseguita anche attraverso frequenti controlli su strada, nei confronti di alcune imprese che risultavano formali destinatarie di spedizioni di materia prima di provenienza estera, ma in realtà inesistenti o inattive.
Inoltre, gli ulteriori accertamenti – eseguiti con l’ausilio dei collaterali organi esteri – consentivano di appurare che le aziende ungheresi, bulgare e greche indicate nei documenti di trasporto quali fornitrici, oltre a operare in settori economici totalmente differenti (ad esempio, nel commercio all’ingrosso di ricambi di auto), non avevano posto in essere alcuna effettiva transazione commerciale.
Le successive approfondite indagini – coordinate dalla Procura della Repubblica di Prato ed eseguite anche attraverso appostamenti, pedinamenti e l’utilizzo di strumentazioni tecniche – permettevano di acclarare l’esistenza di un sodalizio criminoso, ideato da due cittadini cinesi con la complicità di tre prestanome loro connazionali, finalizzato ad introdurre di contrabbando nel territorio nazionale importanti quantitativi di tessuti provenienti dalla Cina.
Il disegno criminoso poteva avvalersi, quale soggetto giuridico principale, di una ditta di import-export, oltre che di altre imprese “satellite”, locatarie di grandi depositi industriali del Macrolotto.
Da un punto di vista formale, i tessuti – di provenienza cinese – erano importati dalle imprese estere, anch’esse riconducibili a soggetti di origine sinica, e da queste ceduti in sospensione di imposta – mediante fittizie operazioni intracomunitarie – in favore di imprese nazionali, inesistenti o inattive.
Nella realtà, le merci – provenienti dal porto di sdoganamento – giungevano direttamente nel distretto pratese ed erano stoccate presso i magazzini ed i depositi delle ditte “satellite”.
Solitamente, in assenza di controlli in itinere, i documenti di trasporto fittizi erano quindi stracciati e non contabilizzati e la merce era immessa nel mercato attraverso cessioni a terzi in evasione d’imposta.
Le Fiamme Gialle hanno eseguito numerose perquisizioni presso le ditte coinvolte e le abitazioni riferibili ai soggetti indagati.
Sono stati sottoposti a sequestro 8,7 milioni di metri di tessuto di diversa tipologia, proveniente dalla Cina, per un valore di circa 12 milioni di euro. I diritti di confine e l’IVA all’importazione evasi ammontano, rispettivamente, a 1 e 2,5 milioni di euro.
comunicato stampa Guardia di Finanza Comando Provinciale Prato