Sport. Vezzali: no ristori a pioggia per calcio, spenderemo un mld per scuole e palestre

“In pedana mi chiamavano il cobra, sono così anche da sottosegretaria”

(DIRE) Roma, 18 Mar. – Cobra, Nikita, Crudelia, Mangusta. Killer, persino. Valentina Vezzali prima tirava di fioretto, vinceva un sacco, e faceva i conti con i soprannomi animali che meglio la rappresentavano in pedana. “Mi chiamavano Cobra perché sapevo attendere il momento giusto per colpire; Mangusta perché è l’unico animale che mangia il cobra; Killer perché non do tregua… Erano soprannomi sulle tecniche di duello”, racconta a Sette. Ora che fa la sottosegretaria allo Sport è un duello continuo, la politica è così: “Anche in politica contano momento e modo in cui decidi di fare l’azione. Però, qualcuno mi chiamava anche ‘Vale perché valgo’ e i miei collaboratori sanno che esigo molto da me e dagli atri”.

È un’intervista personale, intima. Vezzali racconta la vita da mamma-atleta: “Stavo tre giorni a Roma, magari finivo in aula alle tre di notte, salivo in macchina e arrivavo a Jesi all’alba, mi allenavo per Rio 2016, avevo le gare nei weekend, stavo coi due figli giusto un giorno e mezzo. Già quando era nato Pietro nel 2005, inventai i 400 metri in passeggino: io mi allenavo, mamma lo portava a spasso e, al momento giusto, me lo dava per allattarlo. Avevo chiesto al pediatra se allenandomi toglievo tempo al bambino. Mi rispose: i figli sentono se la mamma è felice, se stai bene, lui sta bene”. “Il piccolo venne Lipsia con me e mia madre, ma il Commissario tecnico mi vietò di dormire con lui e io, la notte, scappavo dal ritiro per raggiungerlo. Vinto l’oro, però, ebbi il permesso di tenerlo nel dormitorio. Pensi che, prima che partorissi, le atlete mamme venivano depennate dalla Federazione, ma io volevo dimostrare che si può essere madri e vincere e, ora, le mie colleghe in maternità hanno l’indennità di allenamento e il congelamento del ranking”.

“Draghi” – continua Vezzali – “ha praticato la scherma dai 7 agli 11 anni, poi è passato al basket, è diventato istruttore. Quando gli ho detto che nelle scuole primarie non esisteva l’insegnante di scienze motorie, ha chiamato all’istante il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, così dal 2021 abbiamo una legge che introduce l’educazione fisica alle elementari”. Il PNRR destina allo sport un miliardo: “È un lavoro duro ma sono certa che riusciremo a costruire i 100 impianti previsti e a spendere i 300 milioni per le palestre scolastiche”. In lockdown Vezzali è passata quasi per ostile al calcio: “Il calcio unisce le famiglie, sostiene gli sport minori, ma bisogna intervenire in modo strutturale, perciò ho istituito un tavolo governativo per trovare misure che non siano ristori a pioggia. Quando mi sono insediata, la Società Infrastrutture non era stata ancora istituita, io l’ho fatta diventare realtà in due mesi e mezzo, mentre in due anni non era stato fatto nulla. Ora, la Fondazione deve fare un cambio di passo e riuscire a lavorarci insieme. Siamo indietro, ma noi italiani diamo il meglio nelle emergenze”. (Pic/ Dire) 10:46 18-03-22

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