“Agnelli? Non lo nomino, quelli della Superlega sono Terrapiattisti”
(DIRE) Roma, 11 Mar. – “Non sono un codardo”. Comincia così l’intervista del Corriere della Sera a Aleksander Ceferin, il Presidente dell’UEFA che in questi anni sta gestendo il calcio europeo con una pandemia e poi una guerra alle porte dell’Europa, incastrato tra due “battaglie” politiche: la Superlega e quella con la FIFA. “Non siamo influenzati dai politici – dice – ma la politica è parte della vita e noi possiamo influenzarla, perché abbiamo il sostegno di tanti. Convinco i governi a investire in infrastrutture. Alcuni capi di stato sono interessati al calcio, altri meno. Macron e Erdogan sono tifosi, Merkel pure. In passato i rapporti con Putin sono stati corretti, era ben preparato per un meeting. Non credo sia tifoso di calcio, gli piacciono più altri sport. Le sanzioni sono necessarie: non è politica, ma una crisi umanitaria. Mi piange il cuore a punire gli atleti: non è la loro guerra, non l’hanno decisa né voluta. Ma dobbiamo mostrare unità per la pace”.
L’UEFA ha rinunciato al contratto con Gazprom: “È stato giusto. Finanziariamente è costato molto. Per noi è un colpo al portafoglio, ma alla gente viene tolta la vita. Parlo tutti i giorni con Pavelko, presidente della federazione ucraina. Ho avvisato Dyukov della federcalcio russa prima di decidere: non sono un codardo, non faccio le cose di nascosto. Chi è la UEFA per giudicare i sistemi di governo dei Paesi? Tutte le grandi aziende occidentali rispettano i diritti umani? I politici ci hanno chiesto di chiudere con Gazprom prima ancora di decidere le sanzioni per la Russia. E l’Europa compra ancora gas”.
Ceferin ovviamente parla della Superlega (“penso credano anche che il mondo sia piatto. Finiamola di chiamarla Superlega, chiamiamola per quel che è: la Terrible League”) e dei rapporti anche personali con Agnelli: “Sulla persona che lei ha nominato non voglio più dire una parola: è il passato”. Dice che l’UEFA pensa già da un po’ di “togliere la finestra di gennaio, poi la pandemia ha bloccato tutto. Ora c’è la guerra. Riprenderemo il discorso più avanti”. E si sofferma sulle possibilità italiane di ospitare Euro 2028 o 2032: “Le chance le ha, ma deve investire: da tanti anni non rifate gli stadi. Non avete impianti nuovi e quei pochi rifatti sono piccoli. Mi dicono che pure San Siro sarà rimpicciolito. Va coinvolto il governo, è un’operazione che fa bene al Paese. Amo l’Italia. Il problema da voi è la burocrazia”. (Pic/ Dire) 08:41 11-03-22