Nesci (FdI): “Porto di Gioia Tauro. L’Expo di Dubai sia vetrina di lancio per progetti di sviluppo concreti”

Il Porto di Gioia Tauro rappresenta una piattaforma naturale per l’intero continente, nel cuore del Mediterraneo. E l’occasione di Expo Dubai, dovrà essere utile a far comprendere le potenzialità che l’Hub della Piana ha ancora per crescere, come opportunità italiana ed europea. È indispensabile che la mostra universale possa garantire quella vetrina di lancio di cui avrebbe bisogno la grande infrastruttura gioiese. Penso che l’occasione di fine mese per la Regione Calabria sarà quella di promuovere non esclusivamente un porto, o meramente, un polo logistico, ma piuttosto offrire un programma di sviluppo di un sistema, i cui progetti di valorizzazione e di rilancio favoriscano una poderosa attrattività della nostra regione. Un’ esposizione utile per esibire i grandi punti di forza e attrarre possibilmente nuovi investimenti, attraverso un paradigma irrinunciabile fondato su innovazione, sostenibilità e visione.

Portare a Dubai il modello Porto di Gioia Tauro, come cuore nevralgico del Mediterraneo, trait d’union tra due continenti, Europa ed Africa, il cui aumento, considerevole, del traffico Container dopo la burrasca di una fase storica per l’economia, ingessata da una pandemia globale, inserisce di diritto il Porto tra le grandi infrastrutture dell’Europa. Testimonianza comprovata nei mesi scorsi, dalla presenza di due giganti del mare come Msc Sixin e Msc Amelia, attraccate nelle banchine di Gioia Tauro, con una lunghezza di 400 metri e 61 di larghezza, e soprattutto dalla presenza contemporaneamente di ben 15 navi attraccate lungo le sue banchine. Un guinness da primato per lo scalo portuale di transhipment italiano, che continua ad inanellare numeri da record.

Il grande scalo della Piana, grazie al management e al Presidente dell’Autorità portuale, l’Ammiraglio Agostinelli, ha dato via ad un nuovo corso, attraverso una ‘movimentazione’ commerciale di trashipment aumentata del 40% rispetto all’anno cosiddetto pandemico 2020; collocando Gioia Tauro ai livelli dei porti di Rotterdam, Anversa, Shangai e Tangeri. Grandi numeri in un tempo di chiusure e restrizioni, quello del 2020 e del 2021. Anche l’avviamento del gateway ferroviario segna una qualificazione funzionale e logistica dello scalo; necessario per connettere efficacemente il porto di Gioia Tauro al resto del Paese e soprattutto avvicinarlo all’Europa. Ma tutto ciò non basta.

Per essere costantemente competitivo rispetto alle sfide alle quali l’economia globale chiama, il Porto deve essere inteso anche come volano per la Zes, altrimenti lo sguardo verso il futuro sarà di relativa gittata. E il piano di sviluppo del retroporto sarà indispensabile, proprio in funzione del rilancio della Zona economica speciale. Bene dunque l’idea del Governatore Occhiuto di attivare un tavolo tecnico-istituzionale alla Cittadella regionale con gli assessori e i direttori generali competenti e la partecipazione del commissario alla Zes, Federico D’Andrea e dell’ammiraglio Agostinelli.

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