Il salesiano nell’Est alla ‘Dire’: mai così tante bombe dal 2014
(DIRE) Roma, 19 feb. – “Era dal 2014 e dal 2015 che non cadevano così tanti colpi; con la Caritas siamo pronti a organizzare il trasferimento di donne e bambini qui a Dnipro dalle località sulla linea del fronte”: lo riferisce all’agenzia Dire padre Oleh Ladnyuk, salesiano nella città dell’est Ucraina, prossima alle aree sotto il controllo dei separatisti.
Secondo il religioso, “è da giovedì sera che il numero dei colpi di mortaio, delle bombe e delle esplosioni è aumentato, tornando a un livello che non si vedeva da anni”. La zona più a rischio si trova a est di Dnipro, in direzione di Donetsk e Lugansk, capitali di “repubbliche popolari” proclamate nel 2015 dai separatisti, alleati della Russia.
Padre Ladnyuk dice che con i bombardamenti si aggrava anche il rischio di un “casus belli” che giustifichi un’invasione o comunque un’offensiva da est ancora più intensa. “Questa notte è deflagrato un ordigno nella regione di Lugansk controllata dai filo-russi” riferisce il religioso: “Aspettiamo di capire se ci possano essere ripercussioni”.
Con la locale comunità greco-cattolica, i salesiani si stanno preparando all’eventualità di un aggravarsi del conflitto con nuovi raid o anche l’arrivo di carri armati. “Prevediamo di trasferire prima i bambini e le donne, che porteremmo qui a Dnipro dalle zone sulla linea del fronte” sottolinea padre Ladnyuk. “Stiamo preparando le automobili per poter poi raggiungere le parrocchie”.
Nelle zone sotto il controllo dell’esercito ucraino al confine con le “repubbliche popolari”, operatori di Caritas stanno distribuendo cibo e fornendo assistenza alla popolazione. Il quadro resta segnato dall’incertezza. “Venerdì sono stati bombardati un asilo e un liceo sul lato ucraino e adesso i direttori degli istituti stanno valutando se riaprire lunedì” dice padre Ladnyuk: “Molto dipenderà da ciò che accadrà nelle prossime ore”.
A causa dei rischi legati al conflitto, oggi la compagnia tedesca Lufthansa ha sospeso i voli per e da Kiev. Dalla capitale ucraina con la Dire parla al telefono un altro salesiano, padre Maksim Ryabukha. “Nelle zone dell’est c’è turbolenza ed è da lì che potrebbe arrivare qualcosa di ancora più pericoloso” sottolinea il religioso. “Noi continuiamo però a credere e a sperare nella pace”.
Sentimenti simili a Dnipro, la terza città dell’Ucraina, circa 250 chilometri a ovest di Donetsk. “I ragazzi ancora venerdì sono andati a scuola” riferisce padre Ladnyuk. “Sono preoccupati ma non nel panico, perché qui in Ucraina non è come in altri Paesi d’Europa: conosciamo la guerra ormai da otto anni”.